Regia di Delmer Daves vedi scheda film
Un ex cacciatore di indiani riceve dal presidente Grant l’incarico di pacificare i Modoc, che terrorizzano i pionieri con le loro scorrerie. Un western onestamente minore nella filmografia di Delmer Daves. Tutto è giocato su una forzatura: Alan Ladd è costretto a predicare la pace per dovere d’ufficio, ma gli prudono le mani (peraltro con ottimi motivi) e, quando gli indiani rompono la tregua uccidendo a tradimento i negoziatori disarmati, può finalmente passare all’azione. Un’ambiguità si riscontra anche nella visione schematica degli indiani, nettamente divisi nelle due fazioni dei pacifisti e dei guerrafondai: un modo troppo timido per riconoscere le loro ragioni senza però derogare al principio che, fino a prova contraria, è bene farli fuori. C’è poi un accenno di idillio con la figlia del capo (interpretata dall’italiana Marisa Pavan, che aveva l’aria abbastanza esotica per il ruolo), ma alla fine tutto si risolve nel modo più scontato, mettendo su una fattoria insieme alla donna bianca: L’amante indiana era sicuramente più coraggioso.
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