Trama
Mantenere la propria casa e adempiere ai doveri coniugali senza piegarsi: questo è ciò che Pauline Van der Beck insegna con ardore nella sua scuola per buone mogli. Le sue certezze però vacillano il giorno in cui si ritrova vedova e rovinata. Sarà forse per lei arrivato il momento giusto per essere finalmente una donna libera?
Approfondimento
LA BRAVA MOGLIE: COME ESSERE UNA MOGLIE PERFETTA
Diretto da Martin Provost e sceneggiato dallo stesso con Séverine Werba, La brava moglie racconta la storia di Paulette Van Der Beck, una donna che con ardore insegna alle giovani ragazze a divenire una casalinga perfetta, in grado di mantenere in ordine la propria abitazione e a piegarsi senza mai ribellarsi ai doveri coniugali. La sua scuola per buone spose viene però rimessa in discussione il giorno in cui Paulette si ritrova improvvisamente vedova e rovinata. I venti di libertà del maggio 1968 e il ritorno del suo primo amore fanno vacillare ogni sua certezza: cosa accadrebbe se improvvisamente la brava moglie che è stata divenisse finalmente una donna libera da ogni etichetta?
Con la direzione della fotografia di Guillaume Schiffman, le scenografie di Thierry François, i costumi di Madeline Fontaine e le musiche di Grégoire Hetzel, La brava moglie è stato così presentato dal regista: "Il film nasce da un incontro del tutto casuale. Durante l'estate di qualche anno fa, ho affittato una casa nella penisola del Cotentin che apparteneva a una signora di ottant'anni di nome Albane. Era una nobile ma viveva come una contadina con i suoi animali. Abbiamo fatto amicizia e mi ha raccontato come aveva deciso dopo la guerra di non studiare, andando contro la volontà dei suoi genitori, e di frequentare una scuola per casalinghe per rimanere vicina alle sue amiche. Non sapevo nemmeno cosa fosse una scuola per casalinghe ma ascoltando le sue parole non ho potuto far altro che immaginare il contesto. Parlandone con Séverine, abbiamo deciso di approfondire la questione e abbiamo scoperto che un tempo non tanto lontano si insegnava alle ragazze a divenire mogli perfette, in grado di occuparsi di casa e marito nel migliore dei modi".
"Nel parlare di casalinghe non ho potuto fare a meno di pescare nei miei ricordi", ha continuato Provost. "Ho ambientato la storia nel 1968. All'epoca avevo 11 anni e vivevo a Brest con i miei quando, con la nostra prospettiva tutta domestica, abbiamo vissuto le conseguenze della rivoluzione. Mia madre, in preda al panico, fece provvista di pasta, farina e zucchero. Tutti siamo andati a cercare rifugio in campagna condividendo casa e spazi con diverse famiglie. Mio padre invece era più pragmatico: rientrava dal lavoro, si sistemava sul divano a leggere il giornale e aspettava di mangiare. Mia madre si lamentava ma non c'era molto che potesse fare per cambiare la situazione. Sebbene fosse l'unica responsabile della sfera domestica e dell'educazione dei figli era nell'ottica comune colei che non faceva nulla: era mio padre a darle i soldi, a lui doveva riferire tutte le spese nel minimo dettaglio e non poteva nemmeno avanzare richieste, dal momento che il suo lavoro non si traduceva in un ritorno economico. Lo stesso valeva per tutte le donne e le famiglie dell'epoca. Le faccende domestiche facevano parte del bagaglio di cose che le ragazze dovevano imparare. Nei campanelli prevaleva sempre il cognome del marito e ogni donna non esisteva se non come moglie: essere una brava moglie comportava dunque la rinuncia a se stessa".
Ha infine concluso: "Ogni mio film parla di emancipazione femminile. Mi sono sempre opposto allo strapotere maschile e persino a mio padre. Tale opposizione mi ha portato anche a lasciare presto la mia famiglia e a fare i film che faccio. La brava moglie è il film che più di ogni altro si avvicina a me, al mio pensiero e alla mia esperienza. Sebbene appaia un film spensierato, è il più libero di quelli che ho fatto e il più impegnato. Non è casuale la scelta del 1968 come anno della storia. Le scuole per brave casalinghe hanno cessato di esistere ufficialmente intorno al 1971 per effetto delle conseguenze del maggio del 1968, periodo che segna una presa di coscienza e consapevolezza collettiva che ha accelerato il movimento per i diritti delle donne".
Il cast
A dirigere La brava moglie è Martin Provost, regista e sceneggiatore francese. Nato nel 1957 a Brest, ha iniziato la sua carriera come attore sia teatrale sia cinematografico. All'inizio degli anni Ottanta ha messo in piedi la sua prima opera teatrale mentre ha diretto il suo primo lungometraggio nel 1997, Tortilla… Vedi tutto
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Commenti (2) vedi tutti
Non ho del tutto chiaro il senso di questa cosa con la Binoche ... !!! voto.2.
commento di chribio1Personaggi macchiettistici e dialoghi petulanti contraddistinguono questo non esaltante film francese con balletto finale. Sullo sfondo il '68 e l'emancipazione femminile. Al centro, unico personaggio di rilievo, la brava Juliette Binoche per la quale gli anni sembrano non passare mai rimanendo sempre bellissima.
commento di bombo1