Regia di Pete Walker vedi scheda film
Controversa opera di Pete Walker, dalla vaga parvenza di W.I.P., che rappresenta il primo capitolo (di quattro) centrato sulla sfiducia dell'autore verso le istituzioni. In questo caso il regista rappresenta una lucida analisi sul vero significato da attribuire ai termini giustizia e religione.
Nei paraggi di Londra un camionista rinviene in mezzo alla strada una ragazza ferita e delirante. L'azione si sposta a una festa, nella quale è presente una modella francese, la diciannovenne Anne-Marie Devernay (Penny Irving), celebre per aver posato nuda in un luogo pubblico. In quella occasione la ragazza conosce un pittore, Mark Desade (Robert Tayman), con il quale entra in intimità al punto da lasciarsi convincere a seguirlo per conoscerne i suoi genitori. Appena arrivata a casa di Mark, Anne-Marie scopre di essere finita in un'enorme prigione, istituita in maniera non convenzionale dall'anziano e cieco giudice Bailey (Patrick Barr) e sua moglie Wakehurst (Barbara Markham), genitori di Mark.
"Sei qui per scontare una pena, secondo il corretto codice morale e disciplinare, per la condanna di una grave accusa: per esserti messa in mostra svestita, senza vergogna, per un guadagno pecuniario, ad un fotografo l'11 aprile scorso. Una corrotta e permissiva corte londinese ti ha multato di dieci sterline e ti ha lasciato andare." (Miss Wakehurst alla nuova prigioniera, Anne-Marie)
Una delle quattro pellicole, dirette dal britannico Pete Walker, impostate con evidente sfiducia verso le istituzioni politiche e sociali dell'Inghilterra anni Settanta. In tal caso l'attenzione è indirizzata verso una maniacale e malata applicazione di discutibili regole, abbinate a una giustizia imperfetta, associata a un'interpretazione distorta della religione ("The world for Christ" appare scritto a caratteri cubitali, dietro il "palco" della sentenza presieduta dal giudice Bailey). Il personaggio di Mrs. Wakehurst è stato vagamente ispirato a Walker dalla figura cattolica di Mary Whitehouse, all'epoca attivamente impegnata nella lotta moralista contro la degenerazione dei costumi, attribuita in buona parte ai media (TV, teatro e radio). Lo stesso anno Walker dirige Nero criminale - inizialmente pensato come sequel di ...e sul corpo tracce di violenza - un ulteriore visione pessimista, stavolta dell'istituzione familiare. Nel 1976 invece, con La casa del peccato mortale (1976) prende di mira la religione mentre, con La terza mano, la scienza psichiatrica.
...E sul corpo tracce di violenza è un film ben costruito a livello di sceneggiatura, sviluppata da David McGillivray su un soggetto originale dello stesso regista. Il tema, dai risvolti sadici per lo più suggeriti e mai del tutto graficamente esposti, è claustrofobico e gli sviluppi sulla sorte della sventurata protagonista catturano abbondantemente l'attenzione, dall'inizio sino alla fine del film. Tecnicamente Walker però non riesce a valorizzare al massimo la storia, anche a causa di riprese poco curate come dimostrano un paio di scene (l'arrivo di Anne-Marie alla prigione) in cui si riflettono le maestranze tecniche sui finestrini della macchina. Resta comunque un'opera interessante e in grado di sollevare polemiche (sulle reali intenzioni politiche di Walker) ancor'oggi a distanza di anni. La versione con traccia audio nostrana è irreperibile da anni, essendo il film stato rilasciato in dvd (Sinister) in tempi recenti (2019) - forse non in versione integrale - ma solo in lingua originale e sottotitoli in italiano.
"Non è necessario essere avvocato o magistrato per sapere che la legalità e la giustizia sono lontani dall’essere sinonimi."
(Adolphe-Basile Routhier)
Trailer
F.P. 16/08/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 98'03")
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