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I Care a Lot

Regia di J Blakeson vedi scheda film

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La recensione su I Care a Lot

di Souther78
1 stelle

Da thriller a fantasy. Qui si respira aria di Marvel, altrochè: gente che sopravvive a situazioni inverosimili, delinquenti professionisti annientati dal primo personaggio previsto dal copione, decisioni inverosimili... Tutto, insomma, si risolve in una delle tante campagne new woke della Blackrock (Amazon), in questo caso (come spesso ormai) lgbqt

Blackrock... che controlla Amazon (ma anche Disney, Apple, Netflix, MGM), propina uno degli ormai innumerevoli film che, dietro alla scusa dell'intrattenimento, mirano soltanto a far passare messaggi new woke. In questo caso, come praticamente sempre, è la propaganda LGBQT+-circa. Sorvolando sul fatto che non è ben chiaro se si siano resi conto che, oltre a passare il messaggio sulla "normalizzazione" dell'anomalia, passa anche il messaggio che le protagoniste sono due squilibrate criminali, non si può comunque non notare come l'intera operazione si basi su una serie di forzature a dir poco palesi. Tanto che praticamente tutti i commentatori su questo sito hanno potuto constatarle.

 

Se l'incipit pare quello della denuncia dei malaffari di sanità e sistema giudiziario, è chiaro fin da principio che tutto è troppo stereotipato: dal giudice che, come minimo, dovrebbe essere colluso, perchè altrimenti sarebbe un demente totale. Senza contare quando arriva a smentire autonomamente l'affidavit della dipendente, in quanto... "non serviva a niente" (la dipendente). Benchè sia notorio come in molti casi situazioni analoghe si verifichino, ciò che ancor più sovente accade riguarda la sottrazione dei minori da parte dei servizi sociali, con la connivenza o piena complicità di avvocati, tutori, magistrati, etc. Ovviamente questi temi non si possono affrontare in un film Blackrock, considerato che Blackrock incarna il braccio armato dei miliardari pedofili che si approfittano di simili situazioni.

 

Insomma, l'aspetto di "denuncia" sociale sembra più che altro uno specchietto per allodole, che, da un lato, ignorando per esempio il fenomeno dei minori ed evidenziando quello degli anziani, sembra appunto suggerire che tutti quanti questi possano ricondursi a semplice desiderio di lucro. Così non è, purtroppo per i bambini trafficati dai pedofili di alto profilo.

 

Ma andiamo oltre. Commedia/thriller, che, però, ha ben poco della commedia. Più che altro, da un certo punto in poi, dovremmo classificarlo thriller/fantasy, posto che i personaggi iniziano ad assomigliare sempre più agli X-Men o simili. Come spesso avviene, il desiderio di accumulare colpi di scena finisce da un lato per scontentare, e, dall'altro, per rendere il tutto inverosimile all'ennesima potenza. La filosofia spiccia e cinica va bene fino a un certo punto, ma al fatidico: "i soldi o la vita", va da sè che non ci si può godere i soldi senza la vita, e dunque la scelta è forzata. Tranne che in questo caso, dove la nostra compie scelte insensate, esponendosi a situazioni inenarrabili, con dei cattivi che, però, sono tremendamente goffi, sbadati e incapaci. Al contrario, il lesbico duo non ne sbaglia una.

 

Tutto troppo, francamente. 

Peccato, perchè inizia... se non come un capolavoro, come un film di grande interesse... per poi risolversi in una pagliacciata new woke.

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