Trama
Marla Grayson lavora con successo come tutrice legale di persone anziane non più in grado di gestire le proprie finanze. Ha un grande talento nell'usare la legge a suo beneficio e a svantaggio dei suoi clienti. Ma quando entra in contatto con Jennifer, una cliente apparentemente perfetta, si rende conto che l'apparenza può essere ingannevole. Mentre si aggrapperà con tutta se stessa al suo elusivo sogno americano, Marla vivrà la più misteriosa delle avventure della sua vita.
Approfondimento
I CARE A LOT: COME TI TRUFFO NEL NOME DELLA LEGGE
Diretto e sceneggiato da J Blakeson, I Care a Lot racconta la storia di Marla Grayson, una donna che sicura di sé lavora come tutrice legale per le persone anziane. Nominata dal tribunale, esercita il suo lavoro cercando con tutti i mezzi legali a disposizione (seppur dubbi) di mettere le mani sui beni delle persone di cui si occupano. Con la stessa sicurezza di uno squalo, sa oramai come agire e con Fran, socia in affari e amante, forma una coppia brutalmente efficiente che, anziché prendersi cura degli anziani, li truffa, ne prende il controllo delle finanza e li dissangua. I metodi imparati con il tempo vengono tuttavia usati anche sull'ultima vittima individuata, Jennifer Peterson, una ricca pensionata senza eredi in vita o familiari. Quando questa si rivela diversa dalla dolce e vecchia signora che sembra, la posta in gioco per Marla si rivela molto più alta del previsto: Jennifer ha un passato oscuro alle spalle e un figlio di nome Roman con legami con la malavita. Piuttosto che rinunciare alla sua idea di sogno americano, Marla tenterà tutto il possibile prima che il suo piano vada letteralmente fuori controllo.
Con la direzione della fotografia di Doug Emmett, le scenografie di Michael Grasley, i costumi di Deborah Newhall e le musiche di Marc Canham, I Care a Lot è una commedia nera che è stata così presentata dal regista al Toronto Film Festival 2020: "Il film nasce dalle tante notizie che si sentono al telegiornale. Sono diversi infatti i casi di tutori che, nominati dal tribunale per tutelare i beni di persone anziane, finiscono per approfittare della situazione, aggirare le regole e approfittarsene. Rimango ogni volta inorridito di fronte a tali storie: immaginate di aprire le porte di casa vostra a una persona che, arrivando protetta da un foglio di carta del tribunale, comincia a esercitare pieno potere sulle vostre vite lasciandovi letteralmente in mutande. Seppur inorridito di fronte a una realtà così spaventosa, mi rendevo sempre più conto di come questa sia di stretta attualità e tocchi corde interessanti da esplorare, come gli scontri tra autonomia e autorità, persone e profitto, controllo e libertà, umanità e burocrazia. Per certi versi, mi tornava ogni volta in mente Il processo di Kafka".
"Allo stesso tempo, I Care a Lot - ha proseguito Blakeson - nasce dal desiderio di realizzare un film sull'ambizione, su come il mondo vede e valuta il successo, sui compromessi morali che ognuno di noi è disposto ad accettare per agguantare successo e ricchezza, su come le persone che stanno plasmando il nostro mondo hanno raggiunto le posizioni di potere che occupano. Diverse sono le domande a cui volevo dare risposta: quali confini hanno dovuto varcare? Quali sono stati i danni collaterali che si sono lasciati alle spalle lungo il loro percorso? Ed è così che pian piano mi sono concentrato sulla storia di un'ambiziosa e tenace tutrice legale, concentrata solo sull'agguantare successo e denaro, sull'esaudire i propri desideri e le proprie volontà. Marla è diventata in poco tempo una sorta di imprenditrice che, seguendo le orme delle persone di maggior successo nel nostro mondo in questo particolare momento, gioca con il sistema e piega le regole a suo vantaggio riuscendo tecnicamente a rispettare la legge. Volevo che la storia avesse una cornice da thriller poliziesco: Marla, dopotutto, è come una sorta di gangster, sì legale, che approfitta dei più vulnerabili per trarne profitto e potere. Ecco perché le ho messo contro un vero gangster che, stando dall'altra parte della legge, è spietato, ambizioso e amorale come lei ma che è anche la persona sbagliata con cui avere a che fare. Fino a che punto ognuno dei due è disposto a spingersi per avere la meglio?".
Il cast
A dirigere I Care a Lot è J Blakeson, regista e sceneggiatore statunitense. Nato nel 1977 e cresciuto nel North Yorkshire, Blakeson ha studiato Cinema e Letteratura all'a University of Warwick. Dopo aver attirato l'attenzione come sceneggiatore, ha fatto il suo debutto come regista scrivendo e dirigendo l'acclamato… Vedi tutto
Trailer
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
Commenti (13) vedi tutti
Da thriller a fantasy. Qui si respira aria di Marvel, altrochè: gente che sopravvive a situazioni inverosimili, delinquenti professionisti annientati dal primo personaggio previsto dal copione, decisioni inverosimili... Tutto, insomma, si risolve in una delle tante campagne new woke della Blackrock (Amazon), in questo caso (come spesso ormai) lgbqt
leggi la recensione completa di Souther78Nulla per cui strapparsi i capelli, ma un buon film
commento di silviodifedeInverosimile e stupido.
commento di clarequiltyThriller-comedy dark con una Pike imbrogliona e geniale....bel finale....direi consigliatissimo.
commento di ezioOriginale, interessante, non ci si distrae; l'ho rivisto ed alzo il mio voto: 10
commento di stokaiserParte che sembra una denuncia (oppure se ne compiace?) della giungla amerikana, prosegue con una banale sfida contro l'immancabile e onnipresente (nei film usa) mafia russa e come finisce? Vendetta? Riscatto sociale? Auspicio rivoluzionario? Boh, e chi lo sa cosa frulla nella testa di questi yankee.
commento di bombo1Inguardabile immondizia statunitense che un tempo sarebbe stata definita "americanata" ma che, visto il continuo prendersi sul serio, oggi possiamo definire spazzatura. Neppure buona per riprendersi da una domenica di depressione, "I care a lot" infila tante e tali sciocchezze una dietro l'altra da rivalutare in toto i Vanzina....
commento di maurri 63Da brividi la cattiveria e spietatezza delle protagoniste. Bravissima Rosamund Pike e Peter Dinklage, come sempre. Da vedere.
commento di Aiace68in quest'ultimo anno ho visto un po' di tutto, ma questo e' il peggior film che mi sia capitato. un dolore per gli occhi, e le orecchie. e quando pensi che ormai il peggio sia alle spalle, no, non e' vero. buchi terribili, femminismo d'accatto, non parte neppure troppo male ma poi e' il baratro
leggi la recensione completa di il drugoDue donne spietate, diamanti, dollari, il Boss e la Mammina Cara: questa è l'America.
leggi la recensione completa di luabusivoPlot interessante e che inizialmente cattura e coinvolge ma con l’avanzare della narrazione emergono scelte un po’ forzate e no-sense che incidono sulla credibilità del tutto.La messa in scena è funzionale nel mood ricercato. Nel complesso intrattiene, ma le pecche e la poca forza espressiva del messaggio di fondo incidono in negativo.Voto:5,5/6
commento di ange88Dopo 90 minuti il film precipita in una demenzialita' e assurdità spaventosa. Un vero peccato perché il coinvolgimento era ottimo.
commento di gruvierazMm..vediamo: protagoniste una donna di mezza età e una poco più che ventenne, lesbiche,impegnate a circonvenire,far sedare da cliniche compiacenti e infine defraudare ricchi anziani (e l'intero sistema giuridico). Una di questi però è la madre di un ex boss della mafia russa, nano. Non l'ho visto tutto ma penso che alla fine vincano le donne..urrà!
commento di nicopiede