Regia di Shawn Ku vedi scheda film
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Nicolas Cage stavolta interpreta il galeotto Frank che, dopo aver scontato una pena detentiva di quasi un ventennio per un omicidio che non ha commesso, ora si ritrova in libertà a causa di un problema cronico, fastidioso e destinato a riservargli un futuro pieno di problemi di salute. Appena fuori, l'uomo medita vendetta nei confronti dei veri colpevoli, ma approfitta soprattutto della situazione per ritrovare il figlio, ora adulto e con problemi di abuso di stupefacenti, a cui non ha mai potuto fare da padre e, con il malloppo della rapina finita nel sangue, del quale solo lui conosce il luogo segreto ove esso è stato celato in tutti quegli anni, parte per un viaggio assieme al figlio.
Circondandosi, potendolo fare, di un lusso mai goduto, ma anche tallonato dalla gang che, in occasione del suo arresto, si era vigliaccamente dileguata, lasciandolo solo a scontare una pena tutt'altro che attribuibile a lui.
Cage da anni ormai lavora praticamente "a cottimo" per cercare di far fronte ad un sua malcelata attrazione per i crack finanziari a cui è destinata a confluire ogni sua avventata iniziativa imprenditoriale extra-cinematografica.
E, di conseguenza, a livello di qualità nelle scelte cinematografiche intraprese, di disastri ne inanella anche generosamente, gettandosi instancabilmente di progetto in progetto, quasi sempre coinvolto in prodotti commerciali piuttosto seriali, diretto da cineasti quasi sempre accomunati da poca esperienza o non sufficientemente dotati di stile o tecnica di ripresa tale da tenerne a bada la smodata tendenza a strafare, come si verifica, ad esempio, con l'abitudine a strabuzzare lo sguardo, a gigioneggiare come un folle, rubando la scena a chiunque con tutta la sua ormai consueta serie sconcertante di espressioni sopra le righe, mosse a scatti repentine, denti digriganti, e altre amene espressività fuori controllo.
Non fa eccezione, pur senza raggiungere apici senza tregua, in questo filmetto, diretto senza alcuna inventiva o piglio particolare dall'ex coreografo e ballerino Shawn Ku, che in sede di regia non dimostra particolare carattere o verve sufficienti ed oppoetune a tenere a bada l'eccentrica star da tutto il suo ormai collaudato teatrino di mimica sopra le righe: e quindi giù di esagerate distorsioni facciali, strabuzzamenti e contorsioni di bocca in grado di dar vita a situazioni a metà strada tra l'imbarazzo e il divertimento involontario.
E se tutto ciò non è sufficiente per farcelo (ancora) detestare, il buon Nicolas riesce tuttavia a continuare imperterrito e meticoloso verso la sua strada contrassegnata da un esasperata tendenza verso un autolesionismo che sa di eroico, tanto risulta reiterato e perfezionato sino a raggiungere livelli da fanatismo.
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