Regia di Craig Zobel vedi scheda film
Nuova pellicola della Blumhouse Productions di Jason Blum ed ennessima riproposizione su schermo del racconto La partita più pericolosa di Richard Connell (il cui capostipide è stato la Pericolosa partita di Emest B. Shoedsack addirittura nel 1932), The Hunt segna il ritorno alla sceneggiatura su grande schermo di Damon Lindelof dopo il “bagno di sangue” di Tomorrowland - Il mondo di domani per la Disney, affiancato in questo caso da Nick Case (figlio di Carlton Case) e per la regia di Craig Zobel.
Arrivato in un momento molto particolare The Hunt è stato uno dei titoli più sfortunati, prima costretto a essere rimandato negli Stati Uniti a causa delle polemiche nate dal tema e dalle tensioni socio-politiche che si respiravano nel territorio statunitense e, successivamente, anche una delle prime “vittime” dell’emergenza Corona Virus, costringendo La Universal a farlo uscire, insieme a L’uomo invisibile e Trolls World Tour, in noleggio sulle piattaforme on demand.
The Hunt è una pellicola dissacrante che mescola thriller e horror alla satira sociale e all’ironia più sfacciata, evidente l’intenzione da parte di Blum di rifarsi in parte ad uno dei suoi franchise di maggior successo quale La notte del giudizio, adottando un pretesto piuttosto banale quanto ormai scontato per tracciare invece un messaggio socio-politico su una società sempre più divisa tra ricchi e poveri, tra sinistra e destra, tra uomini di coltura e uomini della strada, una società ormai prossima a fagocitare se stessa senza alcuna remora.
Per quanto spigoloso (e la Blumhouse se ne subito accorta di quanto lo sia) è uno spunto senz’altro interessante anche in relazione alla tematica narrativa della caccia all’uomo con la quale Lindelof, in modo piuttosto analogo con quanto fatto con la serie Watchmen, ne elabora gli elementi principali appropriandosene e per poi riproporli ma in una chiave più strettamente contemporanea, pur calcando maggiormente in questo caso la mano sulla satira e lo scherno.
The Hunt fa spesso sorridere e, al contempo, storcere il naso (anche per i suoi eccessi) ma ciò che ne risulta, però, è una pellicola che tende costantemente a trascinarci verso un’allegorioa socio-politica pedante e risolutiva, che trova le sue maggiori difficoltà nel suo voler essere forzatamente didascalico.
Il suo maggior difetto infatti e nell’estremizzare, nel voler portare troppo in fretta all’attenzione la sua chiave di lettura quando forse avrebbe potuto funzionare meglio lavorarando invece più in sottotraccia e confluire con calma in un finale maggiormente sorprendente e rivelatorio.
L’impressione però e che il film non intenda schierarsi troppo (o democratico o repubblicano) ma che voglia invece demonizzare la frustrazione e la rabbia incontrollata di entrambe le parti, in un contrasto però più materialista che filosofico, e di come dalle parole, manifesto dell’odio verso l’altro, alla violenza più brutale il passo sia estremamente breve e molto più semplice di quanto uno potrebbe pensare.
Protagonista assoluta della pellicola Betty Gilpin, direttamente dal serial Glow, nella parte di un personaggio borderline, un’eroina (o meglio anti-eroina) di stampo decisamente tarantiniano (o Trumpiano?), impossibile non rivedere in lei la Beatrix Kiddo di Uma Thurman in KIll Bill che, tra innocenza e follia, si trasforma da vittima designata in una implacabile giustiziera.
Tra gli altri protagonisti, per lo più macchiette stereotipate sia tra i buoni che tra i cattivi, troviamo anche Hilary Swank, Emma Roberts, Ike Barinholtz, Ethan Suplee e Wayne Duvall.
Ma alla fine di tutto quello che ci importa davvero è: Don faceva davvero parte dell’Elité? Ed è stata Crystal a scrivere quei tweet o è stata davvero una sua omonima? E saperlo prima avrebbe in qualche modo cambiato qualcosa?
Purtroppo la risposta è no, non sarebbe cambiato niente.
Niente importa. Vero o falso. Giusto o sbagliato.
Tutto quello che importa nella Fattoria (e anche nel mondo reale?) è soltanto il Gioco.
E chi alla fine di tutto riesce a rimanere in piedi.
VOTO: 6
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