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Non prendete quel metrò

Regia di Gary Sherman vedi scheda film

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La recensione su Non prendete quel metrò

di undying
6 stelle

Interessante film inglese destinato a restare impresso per un tema orrorifico sempre attuale. In questo caso gli effetti dello sviluppo industriale sulle classi meno abbienti, addirittura gli stessi operai impegnati nella costruzione d'una metropolitana. Pleasence, grandioso, stempera la tensione interpretando un ispettore in chiave ironica.


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Nel 1892 una frana, durante la costruzione della metropolitana di Londra, impone l'arresto dei lavori. La compagnia incaricata di eseguire le opere di scavo, per fallimento, è costretta ad abbandonare al loro destino gli eventuali superstiti. Negli anni Settanta la coppia composta da Patricia e Alex, mentre sta uscendo dalla stazione di Russel Squadre (Londra), s'imbatte in un uomo steso per terra. I due si precipitano ad avvertire una guardia ma, al ritorno, del corpo non c'è traccia. L'ispettore Calhoun (Donald Pleasence) inizia a indagare, dato che in effetti è scomparso un importante uomo politico, James Manfred. In seguito i cadaveri di altre due persone, scoperte nelle gallerie della stessa stazione, presentano tracce di sangue dell'aggressore, che le analisi del medico legale attribuiscono a un uomo affetto da trombocitopenia (carenza di piastrine nel sangue), meglio nota come "pasteurella pestis" o peste setticemica. Patricia viene rapita nella metropolitana dall'unico sopravvissuto, discendente dei disgraziati coinvolti nell'incidente del 1892 che per lunghi anni hanno dimorato negli anfratti sotterranei, nutrendosi con la carne dei cadaveri. 

 

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Non prendete quel metrò: scena

 

Dimenticato horror inglese frutto di un'idea di Gary Sherman, poi sviluppata in sceneggiatura da Ceri Jones e riportato parzialmente alla luce da Christopher Smith quando ne ha girato il remake (Creep - Il chirurgo, 2004). Nonostante il clima claustrofobico e un soggetto angosciante, Sherman lascia carta bianca a Pleasence, attore principale che conferisce un taglio ironico (quanto non da commedia) allo stralunato ispettore (ossessionato dal té e piuttosto pigro). Una scelta azzeccata, che contribuisce a bilanciare la straziante odissea delle "mostruose creature", ossia uomini e donne del popolo - abbandonate e dimenticate al loro tragico destino da interessi economici e politici - che hanno dato corso a una discendenza "maledetta", costretta a vivere cibandosi di carne umana e confinata nel buio di tetre gallerie, in sola compagnia dei topi. "Chiudere le porte", la sola frase che ha imparato a pronunciare l'unico esemplare superstite, corrisponde all'annuncio emesso dai megafoni durante le varie partenze dei treni alla stazione. Sherman rende particolarmente affascinante il film grazie a piani sequenza ben realizzati (la scoperta dei sopravvissuti cannibali all'interno della grotta) e dialoghi spesso obbligati a cedere il posto ai significativi silenzi che invadono gli spazi sotterranei vuoti e oscuri. Breve partecipazione di Christopher Lee nel ruolo di un agente dell'M I.5., in uno spassoso sketch che lo vede interagire, durante un divertente contrasto verbale, con Pleasence. Non prendete quel metrò potrebbe poi avere influenzato Wes Craven, nello specifico per l'idea di una anti-società cannibalistica. Nel film di Sherman gli emarginati dimorano sottosuolo, nei cunicoli di una vecchia galleria ferroviaria; in quello di Craven (Le colline hanno gli occhi, 1977) infestano luoghi all'aperto, apparentemente senza limiti territoriali. Ma è evidente come il tema comune sia quello di un gruppo di individui abbandonati dalla società, dimenticati e obbligati a vivere di espedienti dopo essere stati costretti a regredire sino ai limiti dell'umana ragione. Un horror che potrebbe deludere chi è abituato a ritmi e toni chiassosi tipici delle ultime produzioni, ma che merita d'essere visto anche per il contenuto politico che, a distanza di quasi cinquant'anni, dimostra d'essere ancora attualissimo.

 

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Non prendete quel metrò: Donald Pleasence 

 

Donald Pleasence su Non prendete quel metrò 

 

"Mi è piaciuto abbastanza Death line. Tutti quegli zombi in metropolitana erano divertenti e mi ha permesso più del solito un approccio umoristico."

(Fangoria n. 89, 1989)

 

 

Gary Sherman su Donald Pleasence 

 

"Lavorare con lui è stato un piacere immenso. Gli piaceva che fosse un ruolo da commedia e non si curava del fatto che per il resto fosse un film dell'orrore. Per il primo paio di giorni mi mise alla prova. Era stato in più film di quanti ne avessi mai visti in tutta la mia vita. Mi intimidiva molto. Ha detto soltanto: 'Tu sei il capo. Dimmi cosa devo fare.' Mi stava mettendo alla prova, ma credo di averla superata perché dopo lui è stato fantastico. Quando non era davanti alla cinepresa era in giro a preparare il té per chiunque."

("Gli occhi azzurri del terrore - I film e la carriera di Donald Pleasence", pag. 132, a cura di Fabio Giovannini e Antonio Tentori, Shutter edizioni)

 

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Non prendete quel metrò: scena 

 

Curiosità [1]

 

Non prendete quel metrò è stato girato in una stazione della metropolitana di Londra mai ultimata, chiamata 'Museum', in prossimità delle vere stazioni di Russell Square e British Museum.

 

L'American International Pictures (A.I.P.), distributore del film negli USA, lo ha pubblicizzato come horror sugli zombi. A Los Angeles, è stato abbinato in double bill (doppia proiezione) a Cannibal girls (1973).

 

Non prendete quel metrò è stato citato nel romanzo "Whispers Under Ground" (2012) di Ben Aaronovitch.

 

[1] Dall'imdb

 

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"Una società i cui principi sono l’acquisizione, il profitto e la proprietà, determina il sorgere di un carattere sociale imperniato sull’avere e, una volta fissato il modulo dominante, nessuno desidera essere un escluso o addirittura un emarginato; per evitare tale rischio, ciascuno si adatta alla maggioranza, la quale però ha in comune soltanto il mutuo antagonismo."

(Erich Fromm)

 

F.P. 01/01/2022 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 83'37")

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