Regia di Elisa Amoruso vedi scheda film
Ormai avvezza ai documentari, Elisa Amoruso, dopo il successo di Unposted-Chiara Ferragni, presentato alla scorsa edizione dei Festival del cinema di Venezia, decide di raccontare ancora una storia di donne; tre sorelle, Giovanna, Francesca e Valentina, che hanno in comune la costanza nel coltivare la bellezza come unico mezzo possibile per il successo. Guidate da mamma Cristina, donna alla soglia dei sessanta, molto ben curata e persecutrice della libertà femminile, che le incoraggia nel raggiungimento dei loro obiettivi pur senza perdere di vista i suoi.
Il tono malinconico con cui la Amoruso racconta della vita di Giovanna agli inizi degli anni duemila quando era una baby-modella, riesce a farci percepire pienamente il senso di inadeguatezza che vivono le sorelle che, da sempre, tentano di imitarla, senza mai riuscirci, chi perché troppo bassina, chi perché non abbastanza talentuosa.
Pur non evidenziando il senso di competizione che sembra esserci tra le due sorelle minore di Giovanna, ormai quasi disinteressata al mondo in cui le piaceva bazzicare da piccola, l’aria che aleggia quando si passa da un provino all’altro è inevitabilmente pregna di quella sorta di rivalità, tendente ad un’emulazione forse anche insana delle gesta della sorella maggiore, incoraggiate da una madre presente ma non nel modo in cui le figlie vorrebbero.
La scelta di alternare immagini di repertorio con scene quotidiane della famiglia, tra ricordi, paure e desideri è la formula vincente; la Amoruso crea un documentario dalla durata contenuta, sufficiente a raccontare senza scadere nella noia. Per quanto la storia sia davvero poco nota, l'identificazione con i personaggi e quasi immediata per la naturalezza con cui si mettono a nudo. Per la Amoruso, buona (anche?) la seconda.
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