Regia di Corrado D'Errico vedi scheda film
Nella Milano di inizio XIX secolo, dominata dai francesi, un gruppo di rivoluzionari goliardi prende il nome di compagnia della teppa; durante una delle loro scorribande, due componenti della compagnia, il capo e una bella cantante, rischiano grosso: li salverà il gonfaloniere cittadino, che è poi il padre del capo della compagnia.
Questo La compagnia della teppa è un prodottino innocuo, senz'altro, ma efficace nella struttura narrativa e rifinito a dovere dal punto di vista della confezione: nulla di eccezionale, ma una visione simpatica, gradevole e soprattutto lievemente differente dai canoni (piuttosto ristretti) del cinema italiano del periodo. Siamo infatti nel 1941 e la censura del regime mussoliniano fa sentire la sua voce non appena può; Corrado D'Errico è però un regista molto prossimo agli ambienti fascisti – lavorò anche per il Ministero della Stampa e della Propaganda – e questa vicenda che sostanzialmente parla del trionfo del genio italico nei confronti degli oppressori stranieri non poteva non andare incontro ai gusti dell'epoca. Non compaiono accreditati gli sceneggiatori, che secondo Imdb e Wikipedia (concordi) sarebbero Ferruccio Cerio e Alessandro De Stefani; nel cast: Adriano Rimoldi, Maria Denis, Clelia Matania, Corrado Racca e Carlo Duse, con una particina anche per il futuro regista 'di genere' Roberto Bianchi Montero. Questo sarà l'ultimo film che D'Errico riuscirà a far uscire in vita; alla fine del 1941 morirà prematuramente per colpa di una malattia contratta durante la campagna d'Etiopia del 1935, lasciando però altre due pellicole pressoché concluse, che usciranno l'anno seguente: Capitan Tempesta e Il leone di Damasco, ultimata da Enrico Guazzoni. 4,5/10.
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