Regia di Yves Boisset vedi scheda film
La più debole di tutte le trasposizioni dei romanzi gialli di Scerbanenco. Nettamente inferiore sia al film di Di Leo sia a quello di Tessari
David, un giovane milanese di buona famiglia, dopo essersi intrattenuto con Alberta, una ragazza abbordata per strada, si congeda bruscamente da lei che inutilmente lo scongiura di portarla con sé per difenderla da oscuri pericoli da cui si sente minacciata. Il giorno seguente, in un prato periferico, la donna viene trovata morta, apparentemente suicida.
Basato sul romanzo "Venere privata", è il secondo adattamento cinematografico tratto liberamente dai romanzi gialli di Giorgio Scerbanenco, è un giallo investigativo poco incisivo e il più debole di tutti gli adattamenti dei romanzi di Scerbanenco. Non possiede né la forza incisiva e dirompente de "I ragazzi del massacro" di Di Leo né la drammatica tragicità de "La morte risale a ieri sera" di Tessari. Oltre a ciò è anche lento, pur se non troppo noioso, claudicante e non mantiene assolutamente in alcun l'aria oscura e malata del romanzo, risultando una pellicola scarna e inconcludente, oltre al fatto di aver omesso tantissimi fatti e sfumature che rendevano invece intrigante il romanzo (il passato di Duca Lamberti per esempio).
Anche il cast sembra essere abbastanza disomogeneo: Cremer e la Comtell rasentano il livello di mediocrità, mentre bravo davvero Mario Adorf, nel ruolo del sadico aguzzino-fotografo armato di rasoio.
Potabile, niente di più
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