Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Un disegnatore sogna di diventare qualcuno; quando il posto di direttore generale di una grande casa di moda si libera, il giovane non esita a spacciarsi per un noto stilista pur di ottenere l’incarico. Ci riesce e dimostrerà pure di sapersi dare da fare, complici le debolezze del proprietario dell’azienda.
L’amore si fa così – titolo che rasenta la più candida ingenuità, distante anni luce da qualsiasi interpretazione pruriginosa moderna – è solamente una delle quattro pellicole dirette nel corso del 1939 da Carlo Ludovico Bragaglia, regista ormai esperto di opere popolari; già che ci troviamo in un’epoca notoriamente complicata per il settore artistico nostrano, a un passo dalla guerra e in pieno regime fascista, si può intuire con facilità la poca consistenza del lavoro. Eppure le basi di partenza erano ottime: un cast nel quale svettano Paolo Stoppa, Enrico Viarisio, Colette Darfeuil, Luigi Almirante, Jacqueline Prevot e Romolo Costa viene impiegato per rappresentare una commedia sceneggiata da Maria Teresa Ricci, dal regista e da nientemeno che Achille Campanile. Il tocco di quest’ultimo può ravvisarsi in certe uscite a base di giochi di parole ed equivoci surreali, quasi sempre affidate al personaggio di Stoppa; per il resto però in effetti il film non offre decisi motivi di interesse o particolari attrattive, scorrendo via in modo piuttosto anonimo. All’accoppiata Bragaglia/Campanile andò meglio in quello stesso anno con Animali pazzi, che non fu comunque un grande successo al botteghino, ma vide la seconda partecipazione cinematografica, a due anni di distanza da Fermo con le mani!, da parte di Totò. 3/10.
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