Regia di Edoardo Ponti vedi scheda film
La sorprendente amicizia tra un’anziana ex prostituta e un bambino di origine africana; la reciproca diffidenza iniziale lascia pian piano spazio a un sentimento di vero affetto reciproco.
In sostanza La vita davanti a sé è una doppia occasione d’oro: un trampolino di lancio per la carriera registica di Edoardo Ponti, mai veramente sbocciata, e l’ultimo grande ruolo per un’attrice ormai ritiratasi dalle scene, ma ancora capace di buonissime performance sul set, quale è Sophia Loren. Madre e figlio uniscono gli sforzi e, con la collaborazione di Ugo Chiti che firma un ottimo copione insieme al regista, partendo dal romanzo omonimo di Emile Ajar/Romain Gary, mettono in piedi una pellicola degna di nota, un discreto pezzo di buon cinema soprattutto se si considera lo stato della settima arte nell’Italia del 2020. La sforzo produttivo non è in effetti da poco (la lista dei produttori associati sui titoli di coda è infinita), ma il cast artistico (la Loren, Renato Carpentieri e il piccolo Ibrahima Gueye, davvero bravo) e quello tecnico internazionale ripagano gli sforzi economici sostenuti: fotografia è di Angus Hudson, il montaggio di Jacopo Quadri, le musiche originali di Gabriel Yared, con un inedito di Laura Pausini – tanto per non farsi mancare nulla – sulla sequenza di chiusura, estremamente poetica e riuscita. Forse la narrazione si affloscia un po’ di quando in quando, forse non tutti i personaggi sembrano tratteggiati convincentemente, ma è difficile trovare difetti evidenti in questo lavoro. 6,5/10.
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