Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Compagni di Scuola è un film che cerca di raccontare una serie quasi infinita di malinconie, sconfitte, compromessi e poche, poche speranze. Personalmente il pensiero di incontrare di nuovo dopo quindici anni le persone con cui hai vissuto la tua adolescenza mi riempie di angoscia. Non tanto per i possibili confronti, per i bilanci, ma per andare a riaprire una parte della vita che dovrebbe essere decisamente chiusa. Per non avere superato quelle paure di quando eri ragazzo. Per trovarsi a trentacinque anni come quando ne avevi diciotto. Di non essere cresciuti. Ma nel senso meno poetico della parola. Compagni di scuola è un film nerissimo, cattivo, quasi per nessuno la serata andrà bene, ma per tutti sarà un banco di prova importante per rendersi conto, sempre che se ne abbia voglia, di cercare di capire chi si è diventati. A qualcuno non gliene frega niente e se la ride di gusto, per altri il futuro non è stato roseo come l' adolescenza lasciava intravedere, per altri ancora ci sarà una presa di coscienza e forse un nuovo possibile inizio. Naturalmente Verdone si ritaglia questa parte per lui, e la fine del film è molto bella, con Carlo che raccoglie finalmente una cicca di sigaretta vera e si fa due boccate. Un bel modo per iniziare da capo. Per dire che non è mai troppo tardi. Che si può cercare di rimediare ai troppi compromessi fatti. Il film si articola come un racconto corale, anche se non sempre le varie vicende personali si uniscono e intrecciano bene fra di loro. Ci sono personaggi e attori fantastici ed esileranti, Finocchiaro per le sue battutte e una cattiveria devastante, Alessandro Benvenuti che si fa passare per handicappato e anche lui è cattivissimo con tutti quanti, Athina Cenci ricopre la sua parte in maniera perfetta e poi Christian De Sica si giostra il personaggio in un modo formidabile tirando fuori delle scene irresistibili, quella del Sironi è da antologia. Il film, lo devo dire, mi fa morire dalle risate in molti punti, ma poi quando si ritorna sul bilancio, sulla morte dei sogni, sulle proprie potenzialità distrutte dalla banalità della vita, il cuore mi si riempie di una tale tristezza che ho paura ad immaginarmi in una situazione di quel tipo. Non so. Alla fine vince una tristezza di fondo, una malinconia legata alla vita e a volte alla sua crudeltà. Le risate non riescono a sollevare un pessimismo che rimane chiuso e pesante nel cuore di Verdone. Anche se alla fine la speranza cerca di nascere come la nuova giornata in cui la festa è finita e si ritorna alla vita di tutti i giorni. Almeno per Verdone non sarà così. Almeno lui è riuscito a fare qualcosa. Ha cercato di cambiare. Forse ha cercato crescere. E proprio per questo di non aver più paura. Quanto è bella giovinezza, che si fugge tuttavia, chi vuol essere lieto sia, del doman non v'è certezza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta