Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Un gruppo di ex compagni di classe si ritrova a quindici anni dalla maturità. Qualcuno è morto, qualcun altro ha fatto carriera, ma a prevalere è un generale senso di squallore. Compagni di scuola per me è l'emblema di tutta la filmografia anni '80 di Verdone: film in cui lo spunto di partenza è ben più interessante dell'effettivo risultato, ma che gode di una diffusa sopravvalutazione conseguente al fatto che in molti (me in primis) lo hanno visto quando avevano l'età giusta per ingigantirne i pregi glissando sui difetti. A rivederlo oggi mi pare evidente che siamo lontanissimi da altre opere generazionali, anche nostrane, in grado davvero di mettere in scena i disagi di un'epoca ed il disorientamento sociale del post Sessantotto: anche senza scomodare Kasdan (referente diretto), basti pensare a Scusate il ritardo o a pellicole coeve di Pupi Avati e Nanni Moretti. Qua abbiamo un assembramento di caratteri stereotipati e per nulla approfonditi (il logorroico, il politico menefreghista, la pseudo pop star, il burino, la psicologa che nessuno ascolta, la mantenuta, il professorino innamorato dell'allieva, i due che stavano insieme, altri che non ci sono mai stati ma ora vorrebbero e così via) che si muovono in una vicenda statica, pervasa da un umorismo meno brillante del solito, per poi finire con un'accelerata finale (la violenza di Massimo Ghini, il confronto col padre della moglie) che arriva senza che vi sia stata una solida contestualizzazione in grado di dargli forza drammatica. Per quanto possa guardarlo con affetto, per me la parte interessante della carriera di Verdone inizia da Stasera a casa di Alice.
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