Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Uno dei film più belli e profondi del maestro Monicelli.
Uno dei film più belli e profondi del maestro Monicelli. Un film interamente drammatico che si potrebbe considerare una trasposizione cinematografica del dipinto 'Il quarto stato' (anche se qui si parla di operai e non di contadini).
Monicelli, affiancato dai grandi sceneggiatori Age e Scarpelli, mette qui da parte la sua solita cattiveria tramutandola in impegno sociale e dà una rappresentazione commossa degli operai di una fabbrica torinese della fine del XIX secolo. Gli operai, visti come gli umiliati, gli offesi e gli sconfitti (che sono spesso e volentieri i protagonisti dei film di Monicelli) sono rappresentati come vittime di un sistema infame al quale tentano, mostrando una insospettata dignità ed un notevole coraggio, di ribellarsi. Non manca un po' di retorica in tutto ciò, ma Monicelli ci mette tanta di quella ispirazione da farcela dimenticare.
In tutto ciò si aggira Mastroianni, un professore socialista buffo ed un po' imbranato.
Il finale è bellissimo, ricco di poesia e tremendamente tragico allo stesso tempo.
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