Regia di Jean-Paul Salomé vedi scheda film
A dirigere La padrina è Jean-Paul Salomé, regista e sceneggiatore francese. Nato a Parigi nel 1960, ha studiato Cinema alla Sorbona di Parigi prima di lavorare nel 1981 come assistente sul set di Bolero di Claude Lelouche. Il suo esordio da regista avviene con due cortometraggi documentaristici: L'Heure d'aimer girato nel 1983 e La petite Commission nel 1984. Nel 1991 ha invece realizzato il suo primo lungometraggio per la televisione, Crimes et jardins, di cui ha anche scritto la sceneggiatura. Al cinema ha fatto la sua prima comparsa nel 1994 come regista della commedia Ragazze con la pistola. Il successo vero e proprio gli è arrivato in seguito con titoli come Belfagor. Il fantasma del Louvre e Arsenio Lupin. Presidente di Unifrance, l'organismo incaricato di promuovere il cinema francese nel mondo, dal 2013 al 2017, ha diretto anche la commedia poliziesca Io faccio il morto.
Protagonista di La padrina nei panni di Patience è Isabelle Huppert, mostro sacro del cinema francese due volte premiata con la coppa Volpi a Venezia per Un affare di donne e Il buio nella mente. Ha raccontato l'attrice a proposito del suo personaggio: "Patience è una donna che ha vissuto un grande lutto, come racconta lei stessa in una scena. Da sola, si prende cura di tutto e di tutti, delle figlie e di sua madre. Si pone anche poche domande quando il destino le presenta questa manna inaspettata legata al giro di droga. Si lancia nell'avventura e diventa quasi amorale senza saperlo. In fondo, tutto ciò che vuole è un'occasione per ritornare alla magnificenza perduta, a quella vita che grazie ai genitori ha vissuto un tempo. Pensandoci, è l'opposto del personaggio che ho interpretato in Villa Amalia, quello di una donna che dopo una rottura abbandonava tutto. E non dimentichiamo che è una donna che vuole aiutare l'infermiera che aiuta a sua volta sua madre a vivere in maniera serena gli ultimi anni della sua vita".
Nei panni di Philippe recita invece Hippolyte Girardot, apprezzato in Dove non ho mai abitato e I fantasmi d'Ismael. Ha sottolineato Salomé: "Il personaggio di Philippe in un primo momento doveva essere un po' più colorato ed eccentrico. Alla fine, invece, abbiamo optato per un uomo un po' più posato, che in un certo modo riporta i binari della storia un po' folle verso la normalità. A capo della sezione antistupro, è un uomo un po' lunare ma abbastanza gentile. La sua indole buona fa pensare che si lasci manipolare per amore da Patience ma fino a un certo punto".