Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Geniale la trovata del numero di telefono sull'ombrello! Era il caso di fermarsi lì e risparmiarci le successive due ore di strazio. Voto: 3
Nel suo celebre manuale di sceneggiatura, David Howard ricorda a tutti i potenziali autori che "l'attenzione dello spettatore è il bene più prezioso; una volta persa, non si recupera più".
Mi sa proprio che Paolo Genovese ha bigiato quella lezione, perché "Supereroi" ne è la realizzazione plastica. Dopo un'oretta tediosissima che pretende di tratteggiare sprazzi di vita di coppia, alternando musi lunghi adolescenziali a sorrisini ebeti tipo "Radio Deejay", la storia riversa addosso all'incolpevole spettatore una valanga di disgrazie che neanche nei migliori romanzi di Charles Dickens... Ma ormai i buoi sono scappati dalla stalla e, anziché commuovere, le scene "ospedaliere" moltiplicano gli sbadigli.
Il tutto è reso ancora più complicato e farraginoso dalla scelta ambiziosa e inconcludente di raccontare la storia di Anna e Marco zigzagando nel tempo, attraverso continui flashback e flashforward.
L'unica trovata geniale del film è quella del numero di telefono sull'ombrello. Era il caso di fermarsi lì e risparmiarci le successive due ore di strazio.
Voto: 3
PS: la scena finale con la "recitazione" del bambino è talmente melensa che farebbe venir la carie perfino al Piccolo Lord.
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