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Supereroi

Regia di Paolo Genovese vedi scheda film

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La recensione su Supereroi

di barabbovich
6 stelle

In un'epoca che non aveva ancora conosciuto i progressi dell'igiene e della medicina, Hegel - davanti all'idea che la vita di coppia potesse durare una quindicina d'anni, scriveva: "presto si cade in preda alla malinconia e a tutto il resto". Non ce ne rendiamo conto, ma stare insieme, pur tra alti e bassi, per vent'anni - come la coppia protagonista del film - è un'impresa quasi miracolosa. Roba da supereroi. Che poi è anche il nome della striscia che Anna (Jasmine Trinca), disegnatrice di belle speranze, pubblica settimanalmente raccontando la sua storia con Marco (un superlativo Alessandro Borghi), docente di Fisica all'università di Milano. La loro traiettoria sentimentale viene raccontata in una forma rapsodica, su e giù nel tempo, accostando momenti di grande tenerezza ad altri che contemplano allontanamenti e tradimenti, voglia di genitorialità e incomprensioni, frammenti di un discorso amoroso passato e cene con gli amici (c'è anche l'immancabile cantata di gruppo, marchio di fabbrica di qualsiasi film italiano, con Disperato erotico stomp, che, con i nomi dei due protagonisti, raddoppia il tributo a Lucio Dalla). Il modello di riferimento rimane l'insuperabile Un amore di Tavarelli, il racconto il flashback e flashforward riecheggia Ricordi? di Valerio Mieli, ma senza la suggestività dell'inganno mnemonico che era il perno di quel film. Reduce dai successi di Perfetti sconosciuti e The Place, ma anche dai tormenti privati per la vicenda occorsa al figlio pirata della strada, Genovese mostra ancora una volta un mestiere impeccabile, sceglie location suggestive come la Milano di Gae Aulenti (ma anche Ponza, Copenhagen e Marrakech) con più di un cedimento all'oleografia, ma rischia spesso di inciampare nel didascalico e in qualche sottotrama narrativa che banalizza un racconto dal quale mi sarei aspettato un pathos maggiore.

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