Regia di Walter Veltroni vedi scheda film
Buonismo e contraddizioni, come la bufala della siccità, ma una morale valida e uno spunto di paragone tra come eravamo e come siamo che merita riflessione.
Ho come la sensazione che spesso nelle recensioni dei film si verifichi un effetto pecora, tale per cui qualcuno inizia a elogiare o dileggiare un'opera, e altri vanno dietro a ruota, adeguando il proprio giudizio a quello di chi ha preceduto.
Sicuramente Quando non è esente da vizi e lacune, ma neppure gli si possono negare alcuni pregi. Il regista reitera una visione della società nostalgica e pessimistica, che sembra perfino edulcorata rispetto al necessario. L'idea di paragonare gli anni 80 ai 10 del nuovo millennio è valida e più che giustificata. La caduta di stile, semmai, sta nell'appoggiare la narrativa della siccità o il parlare di dittature nel mondo, quando invece la dittatura sta proprio qui e ora. Mentre scrivo il cielo è solcato da scie di aerei che non spariscono ma coprono il sole. E tutti sembrano non accorgersene. Poi si parla di siccità o di caldo, anche senza che ci siano, ma senza nominare le cause reali. Intanto il governo fa post social e tagga bill e Melinda Gates. Tutto normale? Se non è la dittatura delle élite questa...
Quindi, sì, è un film buonista e semplicista, che suggerisce input falsi e ne tace altri reali, banalizza i rapporti e le psicologie, mira al finale a lieto fine ed è imbevuto di citazionismo cinematografico al punto da sembrare quasi l'omaggio dei fan a una serie. Questo però ci racconta anche di un autore che crede nei buoni sentimenti, nella magia del cinema e nella capacità di riscatto.
Neri Marcorè dona spessore a un personaggio che sulla carta non partiva benissimo, ma attraverso un espediente narrativo racconta chi eravamo e chi siamo. O, almeno, ci prova. Nonostante gli scivoloni e le mie stesse critiche, ravviso in quest'opera uno scorcio di valore morale che merita la visione, per rammentarci dove stiamo andando, tra social, selfie e ristoranti di pseudo lusso dove non si capisce nemmeno cosa si mangi.
Buono, buonista... comunque delicato e posato, senza concessioni al turpe che invade la società.
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