Regia di João Botelho vedi scheda film
1912-1916: gli ultimi 4 anni della vita dello scrittore portoghese Mario de Sà-Carneiro, trapiantato a Parigi, furono caratterizzati da una fitta corrispondenza con il più celebre collega Fernando Pessoa. A soli 26 anni Sà-Carneiro decide di togliersi la vita in modo orribile.
Ritratti in parallelo, quelli di due dei massimi intellettuali del Portogallo: Fernando Pessoa e Mario de Sà-Carneiro. Sebbene la narrazione si focalizzi soprattutto sul primo, celebre a livello mondiale, il fulcro del film è la fase decadente della vita del secondo, figura celebrata essenzialmente a livello nazionale. Gli ultimi 4 anni della vita di Mario de Sà-Carneiro sono perciò analizzati in forma di fiction, con qualche intervento documentario qua e là, attraverso le lettere che i due scrittori si scambiarono fra la partenza di Sà-Carneiro per la Francia (1912) e la sua irrevocabile decisione di farla finita assumendo una quantità spropositata di stricnina (1916), scelta che gli procurò una fine orribilmente e inutilmente (magari non per la portata romantica del personaggio) straziante. La pellicola esce nel 1981 ed è la seconda diretta dal trentaduenne Joao Botelho, che come la gran parte dei suoi connazionali esprime in modo sommesso, ma ben dettagliato e motivato il malessere di un Portogallo culturalmente isolato e autoreferenziale; interessante la scelta di attribuire una voce diversa a ogni diverso pseudonimo di Pessoa, che come è noto scrisse numerose opere sotto falso nome. Il regista è anche sceneggiatore, con la collaborazione di Helena Domingos per i dialoghi (e l'utilizzo di testi di Sà-Carneiro e Pessoa, ovviamente); i protagonisti - bene in parte - sono Fernando Cabral Martins, Andrè Gomes, Jorge Silva Melo e Juliet Berto; in un cameo nei primissimi secondi compare il Maestro Manoel De Oliveira, nei panni di un prete che impartisce l'estrema unzione a un malato in ospedale. 6/10.
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