Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Nella solita sonnacchiosa cittadina in qualche parte del Veneto, dove dominano l’ipocrisia e il perbenismo, su sollecitazione di un magistrato sensibile alle prossime scadenze elettorali, il commissario Pepe conduce un’inchiesta su certi comportamenti privati sui quali fino ad allora aveva preferito chiudere un occhio; ma tocca pressoché tutti i pezzi grossi locali, e a quel punto viene invitato a lasciar perdere. Il film si inceppa nella lunga parte centrale, perdendosi nella caratterizzazione di troppi personaggi e in una ripetitiva serie di episodi esemplari. Il tutto in funzione di una morale scontata, la denuncia dei vizi privati contrapposti alle pubbliche virtù degli insospettabili, come scontata è la reazione autodifensiva del potere che si sente minacciato e a cui il protagonista risponde con un gesto d’orgoglio. Inquietante nella sua sgradevolezza il personaggio del mutilato di guerra che sa tutto di tutti e dice la verità in faccia, perché quella è l’unica soddisfazione che gli resta nella vita: un grillo parlante maligno e cinico.
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