Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Uno dei migliori film di Scola (a mio parere insieme a La più bella serata della mia vita, C’eravamo tanto amati, Brutti, sporchi e cattivi e La terrazza), forse il primo vero esame di maturità cinematografica per un regista che nella provincia veneta sembra solo piovuto, ma che sa trarre umori non dissimili, nelle premesse e nei risultati, dal Signore e signori (1965) di Germi. Qui c’è l’occhio del poliziotto, schiacciato tra il giudizio morale e i doveri d’ufficio, a rendere tutto l’insieme più amaro, anche quando la realtà si nasconde dietro ad una superficie da commedia, resa evidente dal personaggio di Parigi, l’invalido che racconta la verità per non subire la pietà dei concittadini, e da qualche macchietta ipocrita e perbenista. Bello il personaggio umanissimo (incarnato da Tognazzi con simpatetica sofferenza) di questo commissario, che rifiuta un furbesco adeguamento alle esigenze di carriera, per puro e semplice senso di giustizia.
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