Regia di Claude Sautet vedi scheda film
Se il pòlar francese e il noir hanno ritmi, canoni e riconoscibilità differenti che ne hanno fatto una scuola a sè stante nel genere giallo, "Il commissario Pellissier", con il suo stile freddo ed elegante, appartiene poco ad entrambe le categorie, risolvendosi alla fine in un film drammatico, di sentimenti trattenuti troppo, come molte volte il cinema francese ci ha offerto. La storia dell'ex-giudice riciclatosi come semplice commissario per il suo atteggiamento ossessivo verso le cose e soprattutto la legge, che coglie l'occasione per un successo personale imbastendo una lenta trappola per un gruppetto di sbandati in cui una bella prostituta venuta dalla Germania ha un ruolo importante ci pone di fronte un individuo che di sè presenta soprattutto la grettezza, che lo spinge a perseguire un amico di cui aveva perso le tracce e creare uno strano rapporto con la ragazza di strada Lily, fino al drammatico finale, in cui il sentimento che sordamente gli è cresciuto dentro determina un imbizzarrimento delle vicende. Michel Piccoli fornisce un'interpretazione di tutto riguardo nel suo grigio uomo di legge che lascia esplodere la sua schematica follia alla fine, e Romy Schneider è di una sensualità felina quanto è al contempo espressiva e brava a rendere la confusione che si impadronisce della sua Lily:raccontato con i ritmi senza fretta tipici di molta cinematografia transalpina, "Il commissario Pellissier" è un lungometraggio che solleva interesse.
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