Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
per Dante e Tarkovskij
Madre e Figlio è un film di inarrivabile e metafisica grazia; di una bellezza quasi inaccettabile.
Un film come sensazione densissima: come ritrovare, dopo tanti e tanti anni, una vecchia lettera dentro un consunto cassetto; come ammirare, soli e disperati, un dipinto malinconico di un pittore sconosciuto.
Ed ecco che, appunto, ci si sente, forse, come i protagonisti di Stray Dogs che, durante il finale, afasici ed ipnotizzati, ammirano, appunto, un dipinto appeso al muro. Quasi come se, di conseguenza, il film di Sokurov ne fosse il controcampo definitivo. Quasi come se il quadro che guarda il protagonista del film di Tsai ming-liang fosse proprio, per assurdo, Madre e Figlio.
L'unica e ultima visione possibile. Sospesa per sempre, tra le stelle già spente, come celeste arte post-apocalittica.
È questo ciò che prova e (non) vede il personaggio interpretato da Lee Kang-sheng? È quello ciò che prova lo spettatore?
Madre e Figlio è, quindi, la più intensa sensazione cinematografica di sempre; il più perturbante soffio filmico di sempre.
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In sostanza, per chi scrive, Madre e Figlio non è solo uno dei due o tre migliori film degli anni '90, ma senza ombra di dubbio uno dei migliori film del Cinema tutto.
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"Un lamento funebre su una madre in fin di vita" (Mark Cousins) - "Settantatrè minuti di cinema puro, strazianti e luminosi" (Paul Schrader) - "La meticolosa tessitura dei rumori d'ambiente è paragonabile a un affresco auditivo complementare alle immagini" (P: Cherchi Usai) - ."Una 'petà' dalle parti ribaltate, con il figlio che sorregge la madre, prima rassegnato al destino e poi disperato (...) in una pellicola geniale, ascetica, intransigente nella sua perfetta fusione tra etica ed estetica (...) dove la natura assolve alla funzione di contenere e assorbire ogni cosa, anche il dolore più grande" (Il Morandini)
Che parole meravigliose, che opera straordinaria. @spopola, grazie! Una curiosità (classica domanda scomoda) : qual'è il tuo Sokurov preferito?
Difficile per me fare una graduatoria sempre e comuqnue (specialmente con un regista straordinario come Sokurov) In questo momento sono particolarmente sollecitato (e quindi complessivamente forse lo metto al primo posto assoluto anche se i miei giudizi sono sempre molto ballerini e mai definitivi) dal suo "Arca Russa", un'impresa tecnica, spettacolare e culturale che ha davvero dell'incredibile che si concretizza in quell'unico piano-sequenza che copre la lunghezza dell'intera opera, interrotto solo (se di vera e propria interruzione si vuol parlare) da un solo stacco per altro praticamente invisibile o quasi. Deve essere stato estremamente difficoltoso (estenuante, direi) il girarlo ma il risultato è magnifico ("dettagli illuminanti della cultura materiale, dei comportamenti umani, del lingugaggio - così lo ha definito il regista John Graffy - di in procedimento in cui: scene grandiosamente sontuose sono intervallate da frammenti umoristici, da brani di dialogo mondano, che quasi ci fannoi perdere la percezione di quel che fu importante nel passato e di quanto di quello - insegnamenti compresi - possiamo recuperare e fare nostro oggi"). Mark Couisins ne ricorda invece così la genesi e la sua realizzazione pratica: "Durante le riprese del documentario meditativo Povinnost' (1998) Sokurov pensò a un'opera ancora più ardita, che concepì come 'un film in un solo respiro'. In precedenza registi come Hitchcock, Mizoguchi, Vincente Minnelli e Orson Welles avevano fatto esperimenti con inquadrature prolungate, ma la tecnologia quando ancora sui lavorava con i rulli di pellicola (ma anche quando già si avevano a disposizione le videocassette) aveva limiti insuperabili con i quali si doveva sempre fare i conti. Il passare del tempo ha molto migliorato le cose con una tecnologia più avanzata (anche se senza la gradezza di un regista di genio niente può essere poi davvero fatto, almeno con tali eccelsi risultati). E' l'era del digitale che ha aperto nuove porte perchè adesso è possibile girare molto più a lungo e senza interruzione se la scena è coordinata, tutto è predisposto nei minimi dettagli e gli attori, comparse comprese, sono addestrati e attentie sanno esattamente cosa fare come quando sono sulla scena di un teatro. Sokurov ha potuto progettare così questo eccezionale capolavoro basato su un unico piano sequenza in cui un europeo a San Pietroburgo attraversa l'Ermitage discutendo della cultura russa dell'ottocento. La macchina da presa ha di conseguenza percorso senza soluzione di continuità - un'impresa davvero titanica - ben milletrecento metri attraverso trentatrè gallerie, incontrando sul suo cammino centinaia di attori e comparse in movimento e ben tre orchestre. Le prove preparatorie durarono sei mesi e il regista si avvalse di ventidue assistenti: la steadicam fu invece manovrata da Tilman Buttner. L e riprese ebbero luogo il 23 dicembre, quando la città ha solo quattro ore di luce, e quindi erano possibili solo due tentativi. Il primo fu abbandonato. Il secondo doveva riuscire ad ogni costo, e così fu. Come per ripudiare il cinema e la politica sovietica, non solo non venne fatto alcun montaggio, ma il viaggio del visitatore europeo si ferma alla soglia della rivoluzione e si chiude con un'immagine cupa del futuro visto come un mare minaccioso. (...) Arca russa è un capolavoro della messa in scena: guardarlo è come assistere alla rinascita del cinema".
Bella risposta, complimenti! Arca Russa è un'opera immensa e importante - eterna ed effimera, cosmica e storica. Anche per me è un problema scegliere il mio film preferito di Sokurov ; forse direi il suo ultimo capolavoro : Faust.
Rivisto questo pomeriggio : SUBLIME. Ho modificato l'opinione :)
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