Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
per Dante e Tarkovskij
Madre e Figlio è un film di inarrivabile e metafisica grazia; di una bellezza quasi inaccettabile.
Un film come sensazione densissima: come ritrovare, dopo tanti e tanti anni, una vecchia lettera dentro un consunto cassetto; come ammirare, soli e disperati, un dipinto malinconico di un pittore sconosciuto.
Ed ecco che, appunto, ci si sente, forse, come i protagonisti di Stray Dogs che, durante il finale, afasici ed ipnotizzati, ammirano, appunto, un dipinto appeso al muro. Quasi come se, di conseguenza, il film di Sokurov ne fosse il controcampo definitivo. Quasi come se il quadro che guarda il protagonista del film di Tsai ming-liang fosse proprio, per assurdo, Madre e Figlio.
L'unica e ultima visione possibile. Sospesa per sempre, tra le stelle già spente, come celeste arte post-apocalittica.
È questo ciò che prova e (non) vede il personaggio interpretato da Lee Kang-sheng? È quello ciò che prova lo spettatore?
Madre e Figlio è, quindi, la più intensa sensazione cinematografica di sempre; il più perturbante soffio filmico di sempre.
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In sostanza, per chi scrive, Madre e Figlio non è solo uno dei due o tre migliori film degli anni '90, ma senza ombra di dubbio uno dei migliori film del Cinema tutto.
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