In un paese di campagna ai confini del mondo sono rimasti in due: una madre malata e consumata a un passo dalla fine e un figlio che la cura e la accudisce, la pettina e la solleva in braccio, portandola fuori, all'aria aperta, appoggiandola a un albero, sdraiandola su una panchina. Unico segnale esterno: il fumo di una locomotiva, che l'uomo osserva da lontano, nella speranza di raggiungerlo. Il silenzio, tutto intorno, è assordante. La natura è ostile. E il male inesorabile. "C'è qualcuno lassù?" domanda straziata la donna al persistere del dolore. E il suo "angelo" custode": "No, non c'è nessuno".
Note
Il russo Sokurov, uno dei più rigorosi cineasti di scuola tarkovskijana, per anni osteggiato dalla censura, compone un'elegia sotto il segno della morte costruendo immagini come un pittore con i suoi quadri (chiara l'influenza del romanticismo tedesco e, in particolar modo, di Caspar David Friedrich); e restituendo i sofferti, a volte atroci, stati d'animo, con effetti ottici stranianti. Delicato come la pelle di un bambino. Crudele come una pugnalata alle spalle. E sincero "come una tegola in testa".
Come trasferire in pellicola un quadro. Come raccontare un rapporto senza le parole. Come rappresentare la vita mediante sensazioni visive. Un capolavoro forse ma anche una terribile noia per chi non è capace di recepire tutto questo
per Dante e Tarkovskij
Madre e Figlio è un film di inarrivabile e metafisica grazia; di una bellezza quasi inaccettabile.
Un film come sensazione densissima: come ritrovare, dopo tanti e tanti anni, una vecchia lettera dentro un consunto cassetto; come ammirare, soli e disperati, un dipinto malinconico di un pittore sconosciuto.
Ed ecco che, appunto, ci si… leggi tutto
Non è roba per me, eppure mi piace Trkovskij, al quale Sokurov sembra assomigliare. Mi danno fastidio quei filtri azzurrini sull'obbiettivo, che danno al cielo un aspetto contrario a quello reale. Quella lentezza non la trovo lirica e profonda come in Tarkovskj. E poi diciamocelo: non ha un che di incestuoso quel rapporto così intimo tra madre e figlio? leggi tutto
Il titolo del film è il titolo più giusto che il reggista gli poteva dare, madre e figlio, si perché nel film ci stanno per tutto il tempo solo sta madre con su figlio, non ci stanno altre persone o altre cose che potevano dare il titolo al film, il film non si poteva chiamare che so padre e cuggino, o moglie e socera, o sorella e filippino, perché per tutto il tempo… leggi tutto
O: Fuck, I like "Cazzo"! Iniziamo con una tautologia: a testimonianza diretta dell’importanza (ma pure la bellezza, anche quella, vien da sé) che questo romanzo pubblicato nel 2001 da Percival Everett…
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Il lungo meriggio della Terra.
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Mancanti:
- Day & Night (2010)
- La commune (Paris, 1871) (2000)
- A Close Shave (1995)
- Marketa Lazarová (1967)
- Kiga Kaikyô (1965)
[lavori in corso]
« Vi dico, il capodoglio non vuol sentire stupidaggini. » Ismaele. Questa playlist ( una minuscola pergola nelle Arsacidi ) vuol brevemente presentare “Leviathan, or : the Whale”…
Amante del cinema minimalista e cosiddetto “d’autore” (definizione quest’ultima che, come tanti, non ho mai gradito), mi sono spesso ritrovato ad apprezzare film che avrebbero…
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Commenti (6) vedi tutti
L'ultimo fiato al vento, le lacrime alla pioggia, la carne alla terra; povera mamma morta di noia.
commento di michelMonumento pittorico non da vedere ma da vivere…ma forse di fronte a questa opera ogni commento e spiegazione è vano…
commento di mrwhiteCome trasferire in pellicola un quadro. Come raccontare un rapporto senza le parole. Come rappresentare la vita mediante sensazioni visive. Un capolavoro forse ma anche una terribile noia per chi non è capace di recepire tutto questo
commento di sonicyouthVoto 7/8 Ostico
commento di luca826un film che inquadra molti quadri. voto 9
commento di teresa809,5
commento di incallito