Regia di Matthew Reeves vedi scheda film
Il titolo italiano riecheggia quella perla di commedia che fu Quattro matrimoni e un funerale. I temi al centro della storia, forse, sono anche simili (l’amicizia, l’amore, la morte), ma il titolo originale aveva tutt’altra valenza. Tralasciando questa ennesima constatazione dell’insipienza dei titolisti italiani, arrivo al film. Che è molto carino, niente di più – e forse le ambizioni non erano neanche chissà che elevate, se non altro rivolte alla produzione di una commedia gradevole e, perché no, anche insolita. È una storia di amicizia che inizia come una versione minimale del Grande freddo (il ritrovarsi dei vecchi compagni di classe lascia scaturire la vicenda) per poi svilupparsi tra spruzzate di Laureato (il rapporto protagonista-matura amante-terzo giovane incomodo) e innesti dello stesso film di Newell con Hugh Grant. Buon ritmo, brio gradevole specie nella prima parte, si affloscia un po’ per poi riprendersi nel finale (ma la scenata di gelosia della Harshey ha il suo perché, e la rivelazione dell’amore dei due ex compagni di classe non può non affascinare). Niente di nuovo sotto il sole, ma la crema è spalmata sul corpo filmico con leggerezza e piacevolezza.
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