Regia di Fred Durst vedi scheda film
Tema di fondo interessante, ma sviluppato maldestramente. Travolta è bravo ma il film non funziona
Si racconta la storia di Moose, alias un John Travolta irriconoscibile, nerd di mezz'età, dal temperamento tra l’autistico e il minorato, connotato da un carattere debole e dal comportamento bizzarro e goffo, coattivo spettatore di film horror per cui nutre profonda passione e con l’abitudine di collezionare mirabilia e autografi di star famose. Conduce una vita solitaria e abita in uno strano “loft”, nella periferia di Los Angeles, sbarcando il lunario, come artista di strada, travestendosi per il divertimento di turisti, che adorano immortalarsi con lui, in strambi selfie. Bullizzato continuamente da odiosi conoscenti, per la sua indole stravagante, Moose ha solo un’amica, la giovane paparazzo Leah ,che tramite un app, riesce a localizzare le abitazioni dei vip, cosi lo aiuta a imbucarsi in party, ai quali altrimenti non sarebbe mai invitato. Moose coltiva una grande ammirazione per un artista in particolare, l’attore Hunter Dunbar.Quando ha la fortuna di incontrarlo nel negozio di un suo amico, però non scatta il feeling, tutt’altro il fan, con il suo comportamento bizzarro e petulante irrita Hunter, che lo tratta duramente. Moose imperterrito continua a pedinare Hunter, l'ammirazione assume i tratti della cieca e fanatica adulazione e le sue azioni diventano sempre più sinistre e da stalker. Dalla divinizzazione iniziale si passa alla persecuzione vera e propria, cadendo in una spirale di ossessioni che prende contorni sempre più oscuri, mano mano che il film va avanti. Moose usando l’app di cui sopra, localizza l’abitazione di Hunter e s’introduce nella sua casa, durante una colluttazione, uccide involontariamente la governante e infine, incatena al letto, Dunbar mentre dorme. Quando Hunter si sveglia, implora Moose di slegarlo con promesse di autografi ed amicizia, ma appena libero, inforca il fucile a canne mozze sparandogli alle dita della mano, senza pietà poi lo insegue per le scale e lo pugnala in un occhio. Moose inizia a piangere istericamente, cacciato brutalmente va vagabondando, stordito dal dolore, per le strade di Hollywood, singhiozzando fra i turisti, che credendo che le sue ferite facciano parte di un buffo camuffamento chiedono di scattare foto con lui. Leah lo vede, capisce il suo dramma e lo soccorre. Il film finisce con la voce fuori campo che racconta allo spettatore che Hunter è sopravvissuto, ma è stato arrestato perché accusato della morte della sua governante. Tempo dopo Leah e Moose passeggiano su Hollywood Boulevard mentre la voce narrante di Leah spiega: “lo só, è così Mose ha perso un occhio ed una mano, ma l’ha finito per considerarlo una specie di medaglia al merito”. le critiche sono unanimemente concordi nel definire il film uno dei peggiori, del 2019. Ci sono buchi di sceneggiatura e vuoti di trama: un omicidio che non ha nessun seguito nel plot narrativo della storia, oppure alcune scelte dei personaggi, che non hanno alcuna coerenza con la struttura della trama. Ciononostante l’interpretazione di Travolta è stata apprezzata e addirittura ha ricevuto un premio a Roma. Premesso che l’idea iniziale di raccontare quanto possa essere tossica e malata, l’idolatria verso un personaggio pubblico, è sostanzialmente intrigante e quanto mai attuale, resta il fatto che la storia non riesce a coinvolgere, sembra molto inverosimile e alcuni passaggi risultano veramente indigesti, oltretutto la violenza esibita è gratuita e di cattivo gusto. Sembra un’occasione mancata. Travolta è un attore di qualità, versatile e difficilmente toppa. Ciò che invece non sembra sempre centrare, è la scelta dei personaggi da interpretare e i film cui partecipare. Ma è un uomo provato dalla perdita di un figlio e recentemente anche della amata moglie
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