Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Quattro giovani ragazze lavorano in un negozio di elettrodomestici. Le loro vite sono segnate dalla noia della routine quotidiana e sperano tanto che i loro sogni si avverino. O almeno che un amore vero e sincero bussi un giorno alla loro porta. Quattro ragazze per quattro personalità differenti accomunate dall'unanime desiderio di affrancarsi dal grigiore che sembra essersi impossessato di loro. Ginette sogna di diventare una cantante e durante il tempo libero si esibisce in un locale privato, Rita è indecisa se accettare la proposta di matrimonio di un uomo di un'altra estrazione sociale, Jane è quella più incline a stringere amicizie e a organizzare incontri e infine c'è Jacqueline, la più sensibile,quella la cui credulità per un amore finalmente arrivato condurrà a un triste epilogo. Chabrol è agli inizi della sua carriera di cineasta quando gira questo film al femminile . E' un'analisi asciutta di uno spaccato di vita cittadina vista dal punto di vista delle donne, del loro stato di debolezza rispetto all'universo maschile, al mondo del lavoro, alla loro condizione di donne sole. Chabrol non indugia sull' analisi sociologica e segue con la macchina da presa i percorsi di vita delle ragazze fino a focalizzarne la loro codizione di subalternità sociale. Lo fa con tocco lieve, leggero, senza mai calcare la mano perchè il suo intento è quello di osservare senza giudicare. In questo film del 1960 sono già presenti alcuni tratti salienti del cinema di Chabrol come la descrizione accurata degli ambienti sociali, le caratterizzazioni psicologiche e morali dei personaggi nonchè la ricerca dei giusti equilibri formali. Quei tratti che, partendo da chiare influenze hitchcockiane,arriveranno a un modo a tal punto personale di reinventare il giallo da farne un maestro. Soprattutto nel bel finale del film, quello in cui Jacqueline gira in moto con il fidanzato fino all'inatteso finale, Chabrol lascia i segni del suo cinema che sarà,
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