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Killer Unicorn

Regia di Drew Bolton vedi scheda film

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La recensione su Killer Unicorn

di undying
4 stelle

Dopo una violenza sessuale -a sfondo gay- malfinita a danno dell'aggressore, un gruppo di drag queens e omosessuali viene preso di mira da un killer che indossa una maschera da unicorno. Il massacro si compie a distanza di un anno, durante una esplicita rappresentazione LGBT.

 

locandina

Killer Unicorn (2018): locandina

 

Danny (Alejandro La Rosa), ospite all'annuale "Brooklyn Enema Party", subisce una feroce aggressione con violenza sessuale, dalla quale viene tratto in salvo grazie a una drag queen e un gruppo di gay. L'anno seguente, su pressione degli amici più intimi, viene convinto a partecipare alla nuova edizione del party. Gli amici "particolari" di Danny cominciano però a cadere vittime di un assassino che indossa una maschera da unicorno. 

 

scena

Killer Unicorn (2018): scena

 

Slasher decisamente insolito, con un killer perverso e violento (in un contesto da commedia mancata) che si accanisce su gay e drag queens. Drew Bolton decide di esordire con questo disturbante low budget (costato circa 150.000 dollari) facendo calcare le scene a veri travestiti e omosessuali di Brooklyn. L'impostazione -con body count- del film è prelevata di peso da più noti thriller (Halloween docet) con assassino mascherato, qui però -invece che ragazze- alle caccia di orgogliose "femmine" con attributi. Se appare decisamente insolito il contesto, quello che davvero infastidisce è una messa in scena dalla duplice connotazione: da un lato Bolton gira con delicatezza una serie di ammiccamenti e corteggiamenti omosex del tutto rispettosi e quasi romantici (valga come prova la seduzione del barista attuata nei confronti di un cliente, conclusa privatamente in un letto a due piazze); talaltra sprofonda nel più becero e volgare cattivo gusto. Ad esempio, una scena di sesso estremo in atto tra due gay -con uno sottoposto a fisting!- si chiude con un tono dispregiativo (il killer recide il braccio del dominante e sgozza il sodomizzato con l'arto ancora inserito nello stomaco), apparentemente sintomo di un totale rifiuto verso i "diversi".

 

scena

Killer Unicorn (2018): scena

 

Questo allucinante clima di eccessiva violenza (pur se mai del tutto esplicitata, ma pervasiva concettualmente) si manifesta sin dalle prime sequenze, con l'assassino mascherato intento a farsi fare un blowjob dalla femminile J.J. (Jroyce Jata) per poi eliminarla con un coltello. L'ambiente LGBT è riportato sullo schermo con estremo realismo (essendo i personaggi tali anche nella vita reale) e i dialoghi sboccati -talvolta davvero fastidiosi- non contribuiscono a rendere Killer unicorn film adatto ad un pubblico ordinario. Un manifesto politico (Fuck Trump), affisso nel vivace locale adibito all'annuale "Enema party" (sic), sembra prendere una posizione a favore delle minoranze che si muovono sullo schermo parlando in falsetto, vestendo lustrini e abiti piumati e muovendosi come donne. Ma nel complesso la sensazione è che una vena di immotivato odio -verso l'universo rappresentato- sia il vero fulcro del film.

 

scena

Killer Unicorn (2018): scena

 

Da un punto di vista puramente tecnico, Bolton gira discretamente bene, collocando la storia in un contesto di luci colorate (ottima la fotografia) e musiche elettroniche techno e trance decisamente adatte ed efficaci. La sceneggiatura è opera di José D. Álvarez, anche coproduttore e interprete nel ruolo di Puppypup (no comment). Dopo una serie di passaggi in vari festival, Killer unicorn a metà giugno 2019 è uscito nelle sale cinematografiche di Los Angeles ottenendo una ben tiepida accoglienza, stimata in un incasso pari a 24.000 dollari. Bolton si riserva -per fine novembre- il riscatto al prestigioso New York City Horror Film Festival. Comunque vada a finire, il film resta un disturbante, discutibile, esempio di cinema LGBT. A favore (difficilmente) o meno (più probabile) della categoria, sarà il tempo a deciderlo.

 

scena

Killer Unicorn (2018): scena

 

"Perché rendere così triste l’essere gay?
Fare ciò che vuoi è okay.
Il corpo è solo nostro, quindi lasciateci stare.
Ed oggi con te stesso mettiti a giocare.” (John Lennon)

 

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