Regia di Bruno Di Marcello vedi scheda film
Ulteriore tentativo, nell'ambito del cinema indipendente italiano, di riportare sugli schermi un tipo di horror gotico, privo di effetti speciali, ma con una buona messa in scena e una avvolgente atmosfera.
La trans Erika (Stefania Visconti), in fuga da un violento fidanzato, trova riparo in un isolato casolare di campagna, messo a disposizione dalla sua migliore amica. Dopo alcuni giorni di permanenza strani rumori, ombre e voci misteriose inducono Erika a sospettare d'essere ospite in una casa infestata. La conferma le giunge da un uomo (poi amante) del vicino villaggio: per gli atroci delitti avvenuti al suo interno, durante la Seconda guerra mondiale, nel paese l'abitazione è nota come "Casa degli assassini".
Nel 2011 Bruno Di Marcello partecipa al collettivo P.O.E - Poetry of Eerie, un interessante tentativo d'attualizzare le ossessioni di Edgar Allan Poe sviscerandole, contaminandole e ibridandole in veloci e spiazzanti sketch (della durata di circa 10 minuti ciascuno). Lo stesso anno dirige anche un segmento (su quattro) in un ulteriore antologico: Finché morte non vi separi, altro riuscito film indipendente (e, per cambiare, inedito se si esclude un passaggio al Fantafestival romano) dove episodi sul "divorzio fai da te" si sviluppano lungo una cornice di un matrimonio officiato da un sindaco. Nel 2013 è poi la volta di Christmaz, horror commedia ambientata la notte di Natale in un paesino del sud Italia mentre un ragazzino, con l'I-phone, riprende i convenuti alla festa per pubblicare in internet alcuni video, senza immaginare gli sviluppi inattesi che prenderà la situazione. Di fatto questo è il vero esordio in un lungometraggio, anche se diretto a quattro mani con Giovanni Pianigiani. Nel film compare l'attrice canadese Kelly Abbass, poi di nuovo sul set nel successivo The house of murderers dove interpreta l'amica di Erika - nonché proprietaria della "casa degli assassini"- e con la quale interagisce solo tramite chat.
La casa degli assassini è anche l'opera più compiuta da parte di Bruno Di Marcello, pur se confinata qualitativamente nei limiti del low budget (è costata circa 50.000 euro) e finalmente, dopo una gestazione sofferta (sui titoli di coda apprendiamo che la lavorazione si è conclusa nel 2015), il 12 luglio 2019 uscirà in anteprima al Nuovo Cinema Aquila (qui i dettagli).
Bruno Di Marcello è sostenuto nello script da Antonio Tentori (uncredit), noto critico e sceneggiatore cinematografico che costituisce un ideale ponte di continuità con il passato (ha lavorato con Fulci, Mattei, Argento e Joe D'Amato), appoggiando con coraggio (e talento) i nuovi registi di horror italiano, costretti a barcamenarsi in piccole (auto)produzioni coraggiose e a suo modo apprezzabili. Tentori, come di consueto, si riserva anche un breve cameo nel ruolo dell'internauta pagante che vuole assistere allo spettacolo di striptease via chat, praticato dal trans Erika (Stefania Visconti). Nonostante -come già anticipato- le ristrettezze economiche, il regista punta all'atmosfera realizzando un coinvolgente gotico privo di effetti speciali ma molto ben costruito e interpretato. La narrazione si svolge in flash back, mentre la medium Therese (Teodora Mammoliti) racconta in una videointervista i dettagli dei giorni trascorsi nella casa assieme alla trans Erika e ad Amy (Daria Contento), una ricercatrice di paranormale (dotata del leggendario strumento di rilevazione K2).
Un paio di sedute spiritiche e diverse scene di nudo (mai integrale) interpretate dalla transessuale (poi) protagonista anche del tenebroso cortometraggio Undercover Mistress (2016), danno la giusta misura delle buone capacità del regista, che confeziona un film volutamente vintage per impianto gotico, limitato in parte da un finale troppo sbrigativo, probabilmente a causa delle difficoltà riscontrate in post produzione e imputabili ad un metraggio risicato (74 minuti). Un altro -in parte riuscito- tentativo di affrontare in Italia un tipo di cinema che si distanzia dallo standard ormai appiattito che predomina nelle nostre sale (commedia e/o dramma). Anche solo per questo motivo, La casa degli assassini una visione la merita.
"È strano che molte etichette di cui ci serviamo per indicare uno stile fossero in origine termini spregiativi. La parola «gotico» venne dapprima usata dai critici d'arte per indicare uno stile che consideravano barbaro e ritenevano importato in Italia dai goti, distruttori dell'impero romano e saccheggiatori delle sue città." (Ernst Gombrich)
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