Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
sontuosa e lenta fine di un regno nella figura del suo re. una dinastia incestuosa e fratricida che ama fare tutto tra le mura dei suoi castelli, gestita da ministri che hanno capito l'inutilità del re e se ne approfittano fino alla fine. non ho ancora scoperto bene il cinema di luchino visconti, e LUDWIG lo vidi tanti anni fa(non so in che versione)facendoci dentro una sontuosa dormita. invece la regia lenta di visconti, serve ad accompagnare lo spettatore dentro la follia di quel re che voleva essere libero di fare "un regno di musicisti" come gli chiede la cugina elisabetta, disinteressandosi totalmente degli affari di stato. particolare di suo, cercava con tutto se stesso la lealtà negli altri, ma essendo troppo debole, veniva costantemente sfruttato da coloro che gli si affiancavano per ricavarne benifici materiali e monetari. incontriamo un ludwig diciannovenne(si fa un pò fatica a crederci)e lo lasciamo solamente nel momento della sua tragica morte. nel mezzo le sue follie, i consigli inascoltati dei pochi amici che gli volevano bene(come per esempio il militare conte duelbeck-helmut griem), l'amore totale per la cugina elisabeth(una meravigliosa romy schneider)che fece di tutto per farlo ragionare, facendogli tenere i piedi per terra ma inutilmente, e gli amori trovati tra i suoi camerieri quando sul finire della sua vita si ritirò in uno dei suoi tre costosissimi castelli da favola. parlando dei suoi castelli(vanto della bavaria odierna), molto bella la scena in cui l'imperatrice elizabeth accompagnata dalla contessa ferenczy(nora ricci), fa il giro turistico dei suoi castelli salvo poi non essere accolta a neuschwanstein e tornarsene a casa sua. il film è composto di quadri dedicati ai vari personaggi che hanno fatto parte della vita del re. e come intermezzo l'intervista ai vari personaggi che hanno fatto le loro dichiarazioni alla delegazione composta per far luce sugli accadimenti che portarono alla fine di ludwig. helmut berger si da anima e corpo all'imperatore in un'interpretazione che fa chiedere allo spettatore, se mai ci sarebbe potuto essere un altro attore a dar vita a ludwig. dalla bellezza efebica della giovinezza, alla trasformazione di invecchiamento anzi tempo, assistiamo come da una poltrona a teatro ad una rappresentazione operistica in favolose ambientazione in loco, decori reali e costumi splendidi, illuminati da una luce invernale, fredda, che taglia spesso i visi perfettamente in due, lasciandone una parte all'ombra come fosse la luna in una delle sue fasi calanti. una dinastia in caduta libera con un re che vorrebbe abdicare, ma non può poichè il fratello più giovane otto(john moulder brown)viene rinchiuso in manicomio dopo le devastanti esperienze sul fronte di guerra. una regina madre che si converte al cattolicesimo per trovare quel conforto finale e definitivo che in terra coi propri figli non riesce ad ottenere. un film intenso che probabilmente nemmeno questa volta sono riuscito a vedere nella sua versione definitva. filmtv dice 173 minuti, ma io sono stato davanti alla televisione tre ore e mezza, salvo poi vedere da imdb che c'è una versione che dura 235 minuti. forse la prossima volta.
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