Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Opera un po' minore del grande regista, ma, comunque, non certo quel disastro che è stato detto dalla maggior parte della critica soprattutto americana (chi è curioso si vada a vedere le stroncature feroci di Roger Ebert o Vincent Canby). Film troppo lungo, inevitabilmente frammentario, a tratti affascinante e con belle intuizioni visive nonostante la prevalente ambientazione in interni. Helmut Berger è molto bravo nella parte del re pazzo e dimostra la sua maturità di attore soprattutto nelle scene della decadenza di Ludwig, e fra i comprimari spicca Romy Schneider che riprende il ruolo che la rese celebre, quello di Elisabetta d'Austria ovvero Sissi;buone anche le prove di Trevor Howard come Wagner e di Silvana Mangano come sua moglie Cosima. La versione integrale di quasi quattro ore restaurata filologicamente secondo il volere del regista non aggiunge molto a quella precedente di circa tre ore, che forse era più snella. Meno riuscito, in ogni caso, del film che immediatamente lo precede, Morte a Venezia: non c'è più lo straziante coinvolgimento emotivo di quell'opera, sostituito da una certa freddezza e opacità, anche se un film di questa portata contenutistica e di questi valori figurativi si attesta comunque su una media onorevole e meno di quattro stelle risulta difficile dargli. Il tema dell'omosessualità del sovrano, che riflette esperienze autobiografiche per il regista, è trattato con molto pudore e senza alcuna concessione sensazionalista.
Voto 8/10
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