Regia di Scott Beck, Bryan Woods vedi scheda film
Eli Roth promuove un film diretto da due registi (e sceneggiatori) a corto di idee. Ambientazione da Halloween in una haunted house dove, al posto dei fantasmi, agiscono serial killers amanti della "body modification". Film privo di trama e palesemente in debito con il ben migliore Hell fest.
Carbondale, Illinois. 31 ottobre. Sei ragazzi decidono di passare la sera di Halloween all'interno di una haunted house. Non hanno un'idea precisa, avendo l'opportunità di scegliere tra cinque case che hanno fama di essere realmente stregate. Mentre, in auto, decidono la destinazione, vengono attratti da una insegna luminosa che li conduce di fronte ad una casa degli orrori. Attratti dal look spaventoso di un clown che accoglie i clienti, i ragazzi firmano velocemente un esonero di responsabilità, riponendo poi i cellulari in un contenitore. Una volta entrati non impiegano troppo tempo a capire che qualcosa non funziona come dovrebbe, dato che l'effetto di una bruciatura sul volto di una ragazza prigioniera appare decisamente troppo realistico. All'interno della macabra casa sono percorribili due differenti percorsi, che i giovani decidono di affrontare in coppia di tre.
Ci si sono messi in due a scrivere e dirigere questo Haunt, dozzinale film horror che prende un po' a destra (It, per la presenza di un pagliaccio macabro -tormentone degli ultimi anni- all'ingresso della haunted house) e sinistra (il ben più interessante Hell fest, per il soggetto plagiato in pieno). Probabilmente perchè così meriti (pochi) e demeriti (tanti) possono scaricarli uno sull'altro. Scott Beck poi è stato graziato dall'inatteso successo di A quiet place, tediosissimo thriller pluripremiato al botteghino, per il quale ha dato contributo in sceneggiatura. Per restare su questo Haunt, i due registi si rifanno al clima carnevalesco di alcuni titoli cult horror, mettendo però in campo interpreti adolescenti, e privi di un minimo spessore psicologo. Dopo la strizzatina d'occhio iniziale (con citazione, ormai tutt'altro che originale, a La notte dei morti viventi di Romero), il film procede per obsoleti stereotipi: una casa degli orrori suddivisa in stanze, all'interno delle quali alcuni loschi individui mascherati, che parrebbero far parte di una setta di sanguinari assassini, si divertono a massacrare senza motivo alcuni studenti, capitanati da un tatuatore che promette metamorfosi facciali (per via di piercing sottopelle) ai nuovi adepti.
In questa ben poco esaltante trama striminzita sta tutto il senso di Haunt, uno dei tantissimi horror americani girati senza idee e senza contenuto, con due o tre inevitabili (e velocissimi) momenti splatter. Ha incassato ad oggi solo poco più di 200.000 dollari, essendo quindi stato sonoramente bocciato al box office ovunque uscito (USA, Inghilterra, Filippine, Polonia, Ungheria, Kazakistan, Nuova Zelanda, Russia e Lituania). È atteso (si fa per dire) anche in Germania, Spagna e -per ultimo- Italia (annunciato sui nostri schermi cinematografici per il 28 novembre). Sorprendente che un film mediocre come Haunt abbia avuto tale diffusione mondiale, anche se questo dice tutto sulla spinta promozionale che può avere un nome famoso, nello specifico Eli Roth (coinvolto nel ruolo di co-produttore).
"Venite con me, è la festa di Ognissanti: faremo tremare tutti quanti. Gli scherzi, stavolta son giustificati, le risa e i lazzi perfino aumentati." (Anonimo)
F.P. 27/10/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 92'35")
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