TRAMA
Orlando è un ex musicista quarantenne svagato e bucanuvole. Vive, e vegeta, come un selvaggio, in una baracca di legno vicino alla riva del Po in un luogo imprecisato della bassa padana, ma il destino sotto forma di terremoto del 2012 e di pesante lutto famigliare gli farà capire l'importanza delle responsabilità e degli affetti.
RECENSIONE
Un film che si affida alla poesia della geografia e delle immagini (il Po è una specie di Mississipi nostrano che scruta e celebra la vita dei nativi), dove le parole allontanano e la musica avvicina, e dove si celebra la magia delle relazioni. Molte le partecipazioni (perfino Amanda Lear) e le citazioni cinefile, dai Blue brothers (Orlando che deve riunire la band, Red Canzian che fa il musicista guru), a Ugo Pagliai narratore che sembra imitare (anche contenutisticamente) il narratore dei film di Don Camillo coi discorsi sul fiume che tutto vede e tutto sa, per dirne un paio. La sceneggiatura del regista e di Marco Pettenello procede leggera, senza porsi tanti problemi, epperò appiattisce - in modo abbastanza stereotipato - i personaggi femminili che sembrano sempre sospesi, seppure a miracol mostrare, più reattivi che attivi (si sente la mancanza di una donna in fase di scrittura). Tanti i volti noti che hanno preso parte all'operazione: Roja un Orlando perfetto, Neri Marcorè (usato male), Pannofino (idem con patate), Vito, la Alessandra Mastronardi in pieno Dolce Stil novo e il pisano Paolo Cioni (che è infinitamente più bravo di quel piccolo ruolo).
Forse ci siamo andati giù duri, non si fraintenda: il film è godibile, riappacifica col mondo, effetto tipo seduta di mindfulness, e gli intermezzi onirici sono delle piccole perle. Resta però un senso di buona volontà...incompiuta, dislivello fra la prima parte e la seconda, con un finale che arriva - per restare sui Blues brothers - "come un ladro nella notte" (girato in pieno covid? Hanno dovuto interrompere? Boh).
ll film ha vinto come Miglior Regia al Festival del Cinema Italiano 2021 direttore artistico Paolo Genovese.
Regia, fotografia e voglia di narrare comunque ci sono.
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