Regia di Toni D'Angelo vedi scheda film
Fernando Piazza è un avvocato di Milano, dedito alla bella vita ed ad operazioni finanziarie spregiudicate. Ha un cognome di rilievo nella mala. E' infatti il figlio di Ugo, un malvivente di spessore ucciso negli anni '70. Ritenuto responsabile dell'appropriazione, con metodi telematici, di una grossa somma di denaro della malavita organizzata calabrese, è fatto oggetto da parte di sicari di pericolosi attentati ed intimidazioni. Interviene in suo aiuto, grazie all'intervento di malavitosi anziani che furono amici del padre, la sua ex compagna, Alma, penalista di successo, ma anche imparentata con un potente boss di un clan calabrese. Ne nasce una sanguinosissima guerra tra famiglie criminali, per la conclusione della quale si rende necessario il ricorso alla "santa", sorta di concilio tra padrini al massimo livello, che per l'occasione si tiene ad Anversa, in Belgio. A distanza di quasi cinquant'anni, il regista Toni D'Angelo dota il film poliziesco "Milano Calibro 9" di un seguito, portando sulla scena personaggi ed attori (Barbara Bouchet) del prequel. L'idea è ottima, ma la realizzazione non mi ha soddisfatto a fondo. Ho infatti trovato poco credibile la vicenda, in particolare, per il ruolo dei due protagonisti, Alma e Fernando. I due, messi alle strette da pericolosi killers che tentano di ucciderli in mille modi poco pratici - per lo più sparando a casaccio - e nella quasi totale assenza di forze dell'ordine, diventano improvvisamente personaggi d'azione esperti nelle tattiche di fuga e nell'uso delle armi. Ciò, insieme ad una caoticità della trama e difficoltà di comprendere dall'inizio i ruoli (forse molto minore per chi ha visto "Milano Calibro 9"), mi ha purtroppo un po' guastato la visione. Devo comunque rilevare la presenza di elementi positivi. L'azione è tanta ed è varia; Emerge un certo spirito di denunzia. Il regista evidenzia la tentacolarità del crimine organizzato moderno, in grado, grazie agli ordini dei suoi vertici, impartiti sia da lussuosi locali in città a "vocazione" finanziaria, sia da oscuri rifugi in piccoli paesini calabri, dove il tempo sembra essersi fermato, di condizionare l'economia mondiale. Ciò nell'inerzia delle forze dell'ordine, un esponente delle quali, consapevole di tale sproporzione di forze, agisce affinchè i criminali si uccidano tra loro. Discrete le interpretazioni di Marco Bocci (Fernando) e Ksenia Rappoport, entro i limiti che ho trovato nella caratterizzazione dei personaggi; ho rivisto, altresì, con piacere il buon Michele Placido. Giudizio sufficiente per la buona idea, l'impegno e quanto di buono c'è nell'opera.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta