Regia di Toni D'Angelo vedi scheda film
TORINO FILM FESTIVAL 38 – FUORI CONCORSO
Ugo Piazza, indimenticato glaciale protagonista di Milano calibro 9 di Fernando Di Leo, ci ha lasciato nel 1972, ma proprio in quell'anno, dalla relazione di costui con la bellissima spogliarellista Nelly, è nato Fernando (Marco Bocci), che ora ritroviamo come avvocato di successo, baciato da fortuna e da un talento che gli consente di vivere nel lusso, grazie anche ai suoi successi professionali.
Quando però una fidata collaboratrice di costui inizia a giocare con cento milioni di euro appartenenti alla malavita organizzata, costei non si accontenta di ingoiare la disfatta, e mette in moto tutta la sua efficce organizzazione per smantellare la rete informatica che ha permesso che l'ingente somma, dopo svariati trasferimenti, si dileguasse in qualche paradiso fiscale.
Fernando viene trascinato nel gorgo della sporca faccenda, ma avrà la fortuna di avere dalla sua parte una tenace avvocatessa di nome Maia Corapi (Xenia Rappoport), imparentata suo malgrado col boss defraudato e dalla vita blindata, il quale, in debito da tempo con l'appena rilasciato e mitico Rocco Musco (questa volta interpretato da un efficace Michele Placido, al posto del non meno memorabile Mario Adorf), cercherà di sdebitarsi, salvando dai pasticci il dinamico Fernando, ora davvero in pericolo di vita.
Un seguito davvero tardivo dell'indimenticabile poliziottesco di Fernando Di Leo, Milano calibro 9, non poteva che apparire un azzardo autolesionista, al limite del masochistico.
Ma il progetto, nelle mani del valido Toni D'Angelo, già dimostratosi assai a suo agio con il redivivo genere poliziottesco nel riuscito Falchi, finisce per dimostrarsi piuttosto convincente, in grado di dimostrare come il genere fine a se stesso possa ancora funzionare, quando adeguatamente sostenuto da scene ben girate, azioni e sparatorie non meno convincenti, anche a discapito di una trama confusionaria e caotica che comunque evita di impantanarsi in soluzioni che non riesce a sostenere.
Nel cast è molto bello ritrovare la mitica Barbara Bouchet, nel ruolo di mamma Nelly, ancora avvenente, nonostante i quasi cinquantanni trascorsi da quando si aggirava in bikini a ancheggiare sui cubi, picchiata a sangue anche stavolta, ma non meno risoluta a venirne fuori.
Per la bellissima attrice di origine tedesca, due sole pose riescono comunque a valorizzare l'intera pellicola, che vede, tra gli altri protagonisti, l'un po' sacrificato Alessio Boni nel ruolo del poliziotto in perenne agguato, un po' sacrificato dal contesto generale della intricata vicenda.
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