Regia di Toni D'Angelo vedi scheda film
Tardivo sequel del capolavoro Milano Calibro 9, da cui si riprendono scene, foto (aleggia lo spettro di Gastone Moschin) e persino parte della colonna sonora di Bacalov. L'intenzione è quella di proporre un prodotto ambizioso. La sceneggiatura è sviluppata su capitoli ben distinti, tesi a sottolineare l'internazionalità della ndrangheta, che rimandano a una struttura tipica dei romanzi. De Leo incontra qua Faletti (penso ad Appunti di un Venditore di Donne) in un intreccio (giostrato sulla scomparsa di un'ingente somma di denaro) che si semplifica strada facendo fino a cercare di rimescolare le carte col colpo di coda finale.Crudo nella proposizione di alcune scene (su tutte la frattura della gamba della madre del protagonista, spezzata da un calcio sferratole da un manigoldo). Belle alcune soluzioni registiche (omaggi anche a Dario Argento, si veda l'inquadratura dall'alto sulla spirale costituita da una scalinata cilindrica che si avvolge su sé stessa) e il tentativo di riesumare quegli inseguimenti automobilistici che avevano connaturato il poliziesco all'italiana. Difficile fare miracoli, resta comunque da apprezzare per il periodo storico e per la volontà di ricordare un cinema che ha fatto scuola all'estero ispirando Hollywood. Buone le interpretazioni, con l'immancabile Michele Placido (presenza fissa in queste produzioni) che, come suo solito, gigioneggia. Piccolo ruolo per la Bouchet. Sufficiente.
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