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La violenza: quinto potere

Regia di Florestano Vancini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La violenza: quinto potere

di nicola81
10 stelle

Finalmente sono riuscito a vedere quello che personalmente considero il miglior film di Vancini. Assistito da validi sceneggiatori quali Massimo Felisatti, Fabio Pittorru, Massimo De Rita e Dino Maiuri, il regista ferrarese, trasferendo sullo schermo un testo teatrale del giornalista Giuseppe Fava, si inserisce con originalità nel filone di denuncia del fenomeno mafioso e confeziona un dramma giudiziario a volte fin troppo sopra le righe ma avvincente, coraggioso e per certi versi ancora attuale. Tutto ha inizio con la costruzione di una diga che scatena contrapposti interessi: quello del costruttore edile Barresi (Mario Adorf), favorevole al progetto in quanto convinto di ottenere l'appalto, e quello dell'ingegner Crupi (Georges Wilson), che vi si oppone poichè la diga dovrebbe sorgere proprio sui suoi agrumeti. Il loro scontro scatena una lunga e sanguinosa faida che provoca la morte di numerosi appartenenti alle due cosche, ma anche di persone oneste come il sindaco Salemi (Aldo Giuffrè). Il processo potrebbe essere l'occasione per fare giustizia, ma la fragilità delle testimonianze, l'abilità degli avvocati difensori e le immancabili protezioni politiche, fanno sì che alla fine paghino soltanto due imputati minori: il sicario Vacirca (Guido Leontini), l'unico ad essere condannato, e Ferdinando Giacalone (Ciccio Ingrassia), uno sfasciacarrozze analfabeta costretto a suicidarsi in carcere per evitare la confessione... Finale amarissimo per una pellicola davvero pessimista come si usava negli anni '70, ma imprescindibile per comprendere il grado di infiltrazione della mafia nel tessuto sociale e nelle stesse istituzioni (emblematici, in tal senso, i personaggi del commissario Golino e del giudice Altofascio, interpretati rispettivamente da Julien Guiomar e Turi Ferro).  Ottima prova complessiva di un cast tale da far impallidire produzioni ben più ricche: all'epoca venne rimarcata soprattutto l'insolita performance drammatica di Ingrassia, ma Salerno (l'integerrimo pubblico ministero) e Leontini non sono certo da meno. In ruoli minori troviamo anche Michele Abruzzo, Ferruccio De Ceresa, Elio Zamuto, Mico Cundari, Alessandro Sperlì e una giovanissima Silvia Dionisio.

Sulla colonna sonora

Adeguate le musiche di Ennio Morricone.

Cosa cambierei

Voto:8

Su Florestano Vancini

Grande prova di un regista dimenticato troppo in  fretta. Utilizzando opportunamente il flash - back, sposta l'azione anche all'esterno del tribunale, alternando il dibattimento con sequenze di violenza che evitano al film di appesantirsi.

Su Enrico Maria Salerno

Straordinario.

Su Gastone Moschin

Interpreta con bravura l'odioso avvocato Colonnesi.

Su Riccardo Cucciolla

Altra ottima prova nei panni del fratello del sindaco. I personaggi un pò deboli gli sono sempre stati particolarmente congeniali.

Su Mariangela Melato

Parte breve ma incisiva nei panni di una coraggiosa testimone.

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