Regia di Peter Sullivan vedi scheda film
Soporifera ossessione
Se provate l’impellente desiderio di buttare nel cesso 97 preziosi minuti della vostra esistenza vi consiglio caldamente la visione di questo thriller, tanto patinato nella confezione quanto scadentissimo nella scrittura e nella recitazione degli attori. La trama in due parole: diabolico maniaco perseguita una sua collega d’ufficio escogitando un delirante piano per sostituirsi al suo amato maritino e tenerla per sempre in sua balia, se non fosse che un attempato investigatore con la voce, la prestanza fisica e l’irruenza dell’orso Yoghi di Yellowstone, si mette caparbio e solitario sulle sue tracce. Dimenticavo, il detective prova un profondo senso di colpa per la morte della figlia che non ha saputo impedire tanti anni prima (però.. questa non si era mai sentita!). Mi fermo qui, parole non ci appulcro, lasciandovi liberi di immaginare un finale che più scontato non si può.
Basato su uno script assurdo e incredibile che fa acqua da tutte le parti, il film si risolve in un raffazzonato centone di spunti di genere triti e ritriti (ad esempio una buona spruzzata di Misery non deve morire con scambio di sesso tra vittima e carnefice, così lo spettatore non si accorge del plagio), già visti millanta volte, al punto che sarete perfettamente in grado di anticipare ogni mossa dei personaggi con conseguente flop dei patetici tentativi di jumpscare disseminati qua e là come di prammatica. Punti di forza? I titoli di coda.
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