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The King's Man - Le origini

Regia di Matthew Vaughn vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The King's Man - Le origini

di axe
6 stelle

Sudafrica, 1902. La famiglia di ricchi e nobili filantropi inglesi Oxford raggiunge un campo di concentramento, al fine di recare assistenza umanitaria ai boeri ivi prigionieri. Un cecchino appostato nei pressi uccide involontariamente Emily, moglie di Orlando e madre di Conrad, ancora bambino. Alcuni anni dopo, l'Europa è sull'orlo della guerra. Orlando vive in una immensa magione con Conrad, ormai giovane adulto, ed una ricca "corte" di camerieri. Il suo impegno è volto alla tutela della pace nel mondo; nella direzione opposta conducono le azioni di un misterioso avversario, il "Pastore", il quale, collocando gregari in ruoli chiave, manovra affinchè la guerra scoppi; ciò, puntualmente, accade. Orlando svela, dunque, il suo progetto : egli è a capo di un'efficiente rete di spie, in grado di contrastare il misterioso nemico. Dopo che la guerra porta alla morte l'esuberante, volenteroso ed altruista Conrad, Orlando sceglie di affrontare faccia a faccia il "Pastore". Come suggerisce il nome, "The King' Man - Le Origini", benchè terzo episodio della serie "Kingsman" - tratta da una miniserie a fumetti - si colloca cronologicamente priam degli altri due. Racconta le nobili radici dell'agenzia spionistica con sede in Inghilterra che dà nome alla serie, impegnata nella difesa della pace; l'opera è diretta Matthew Vaughn. Il regista e produttore britannico racconta Le avventure di Orlando e dei suoi uomini intrecciandole con le vicende della Prima Guerra Mondiale, della quale la sceneggiatura, in parte, riscrive la storia, integrandola con l'assegnazione di un particolare ruolo a personaggi-chiave realmente esistiti. Il monaco Rasputin, la spia Mata Hari, il cospiratore serbo Gavrilo Princip, ed altri, sono, nella fantasia dello sceneggiatore, agli ordini del "Pastore" - la cui identità è svelata alla fine del racconto - ed hanno il compito di manovrare eventi e personaggi di potere al fine di tenere vivo il conflitto in Europa. Il film mescola diversi generi e temi. C'è l'avventura, c'è lo spionaggio, c'è la pura azione e c'è la guerra. Quest'ultimo elemento è forse in piano più avanzato rispetto gli altri. La parentesi che racconta la sfortunata avventura di Conrad tra trincee e reticolari esprime una forte critica contro la guerra, rappresentata in tutte le sue sanguinose crudezza ed assurdità. Il ritmo è irregolare; i toni, altrettanto. Alcuni momenti della narrazione sono leggeri, altri drammatici. Tra le sequenze memorabili, è da annoverare, senza dubbio, la sfida tra Rasputin ed i suoi avversari britannici, mentre lo scontro finale con il "Pastore" un po' delude. Dietro l'identità del cattivo si cela un uomo che odia la nobiltà; questo il motivo per il quale fa in modo di contrapporre tra loro le nazioni governate da una monarchia - anche se poi, chi muore e soffre, è la povera gente. Il protagonista è discretamente interpretato da Ralph Fiennes. Le ambientazioni sono varie; si va dalle trincee del Fronte Occidentale ad un ambiente montano piuttosto fantasioso; dal un confortante contesto anglosassone alle fredde atomosfere della corte dello zar in San Pietroburgo. Caratteristica di spicco dell'opera - che ho visto senza conoscere le altre due, realizzate in precedenza e dirette dallo stesso Vaughn - è l'originalità; originale è la commistione di generi ed originale l'intreccio tra fantasia e realtà; originali gli accostamenti tra contesti molto diversi tra loro. Per alcuni aspetti, il film non è riuscito, poichè tratta con superficialità i pur molti temi affrontati, ha un epilogo prevedibile e non è magistralmente interpretato. Ma è in grado di catturare comunque l'interesse e l'attenzione dello spettatore, in costante attesa di ... quello che verrà, sia essa una nuova ambientazione, un nuovo personaggio, una nuova alterazione della realtà storica. Non mancano, tra l'altro, i colpi di scena. Dunque, non posso negare di aver trovato il film "sgraziato"; ma ne sono rimasto avvinto fino alla conclusione.

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