Regia di Benito Zambrano vedi scheda film
Abbastanza lontano dal romanzo di Jesús Carrasco, nei moduli narrativi, nel simbolismo, nella magia evocativa del rurale e nello sguardo registico disallineato a quello che abbiamo ipotizzato durante la lettura del romanzo di partenza – grammatica ahimè generalista, senza coraggio formale, come il 90% dei film che si producono almeno dal 2000 ad oggi: lunghe carrellate, movimenti di macchina fluidi, primi e primissimi piani centellinati, etc. Meno problematico, più casto e più pudico dell’originale nonostante il nudo frontale di Luis Tosar, non così perturbante come nel romanzo, è comunque un buon film in cui il paesaggio e la forza bruta del tremendismo spagnolo della posguerra accompagnano le magnifiche interpretazioni di Tosar, Callejo e del giovane protagonista: il suo sguardo già adulto è sorprendente e magnetico.
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