Regia di Jayro Bustamante vedi scheda film
Premessa: la llorona è uno spirito del folklore latinoamericano. La leggenda vuole che lo spettro si presenti come un'anima in pena e piangente per i suoi figli morti annegati. È proprio il pianto lamentoso di una donna ad annunciarne l'arrivo. Solitamente viene a rubare e a punire i bambini che fanno i cattivi. "Se non fai il bravo arriva la Llorona a prenderti", così si usa dire ai bimbi bizzosi.
Guatemala, il generale Enrique Monteverde è sotto processo con l'accusa di aver organizzato, ordinato e partecipato, agli inizi degli anni'80, al più sanguinoso eccidio del popolo di etnia Maya Ixil. Gli uomini venivano catturati, torturati e fatti sparire; le donne violentate e usate come prostitute nelle caserme; i bambini uccisi.
Il generale, ormai anziano e malato, viene in un primo tempo condannato, poi il processo viene addirittura cancellato perchè il reato di eccidio non è comprovato da prove certe (nonostante le numerose testimonianze delle donne sopravvissute agli stupri). Il generale, con la moglie, la figlia e Sara (la nipote), si rintanano dentro la loro villa, che viene presto circondata dai manifestanti che iniziano un lungo presidio fatto di slogan, canti di protesta e in alcuni casi di atti vandalici. La famiglia Montenero è a tutti gli effetti prigioniera in casa propria, e abbandonata dalla servitù indigena, spaventata dal pianto lamentoso che il vecchio generale dice di sentire durante la notte. Con loro rimane la fidata Valeriana, indigena anche lei, al servizio dal generale da 29 anni.
Dal villaggio arriva a prestare aiuto nei servizi di casa, Alma, una giovane indigena dai capelli lunghissimi, che da subito instaura una intesa con la piccola Sara.
Ma se nella casa pare esserci una calma apparente, fuori persistono le proteste e le aggressioni. La figlia del generale inizia a porsi delle domande sulle effettive responsabilità riguardo alle accuse a lui rivolte. Chiede spiegazioni alla madre, che però rimane quasi offesa per i dubbi sollevati dalla figlia: il marito ha svolto il suo dovere di comandante e soldato, le accuse provengono da "puttane" pagate per dire certe infamità sul conto del'esercito. Il generale però inizia a perdere la lucidità, continuando a sentire il lamentoso pianto notturno, si alza dal letto per inseguire invisibili intrusi. Il pianto lo conduce fino alla camera delle donne di servizio. In una stanza allagata, dentro ad una vasca, una seducente Alma si sta lavando completamente nuda. Come al risveglio da un incubo: le urla di Alma nel suo letto, che lo accusa di molestie, la camera in cui si trovano è completamente asciutta. Anche la moglie del generale comincia ad avvertire strani disturbi: una iniziale congiuntivite le fa lacrimare gli occhi, incubi notturni e sogni agitati le fanno fare la pipì al letto. Dopo aver scoperto il marito nella stanza di Alma, iniziano a vacillare le sue sicurezze sul passato del marito. Confida alla figlia che forse la stessa Valeriana potrebbe essere il frutto di una relazione con una indigena. La strana prigionia che la famiglia Monteverde sta sopportando all'interno delle mura domestiche, il senso di isolamento e il continuo vocio delle proteste al di fuori, costringe tutti i componenti della famiglia ad una analisi sulla loro condizione, a fare i conti con il passato, ad ascoltare invisibili testimoni che appaiono negli incubi come spettri. Spettri che iniziano ad apparire anche tra i volti dei manifestanti e che hanno le sembianze dei desaparecido per cui viene fatta la mobilitazione. Alma intanto rimane nella casa a giocare con Sara, insegnandole a rimanere in apnea sott'acqua il più al lungo possibile.
Arriva la notte della resa dei conti. Durante l'ennesimo incubo, il generale si alza e ferisce con un colpo di pistola la nipote Sara, convinto di uccidere la Llorona. La moglie del generale entra in trans, quello che fino a quel momento aveva visto solo negli incubi, diventa una viva realtà: Alma è una indigena che prima di morire molti anni prima uccisa dalla mano del generale in persona, vede morire i suoi figli annegati, uccisi in quel modo dai soldati per indurla a rivelare informazioni a lei sconosciute. Sarà per mano della moglie del generale, posseduta dallo spettro di Alma, diventata una Llororna implacabile, che si metterà fine alla storia.
Cosa sono in effetti gli spettri, se non le energie che rimangono legate ad un luogo, imprigionati in un perenne limbo fatto di dolore , comdannati a vivere per l'eternità il dramma che li ha resi anime dannate. In questo caso, lo spettro della Llorona si manifesta per porre giustizia ad una tragedia che altrimenti rimarrebbe sconosciuta e impunita e che grida vendetta. La Llorona non viene a rapire i bambini, ma piuttosto a proteggerli, insegnando a Sara a resistere più a lungo sotto l'acqua le insegnerà a sopravvivere e la renderà più forte e consapevole della storia della sua famiglia e del suo Paese.
Un soggetto originale e ben diretto quello del giovane regista guatémalese Jayro Bustamante, che sceglie una delle figure più popolari del folklore locale, per raccontare un momento storico tristissimo e rimasto per molti anni nell'oscurità: l'accidio dei popoli Maya Ixil. Il linguaggio horror si presta sempre bene per evidenziare le problematiche politiche. Ma il regista non si limita ad utilizzare un genere cinematografico per enfatizzare certe atmosfere cupe, vuole approfondire le psicologie dei personaggi e creare con l'isolamento forzato una specie di seduta analitica in cui i soggetti non possono sottrarsi nel guardarsi dentro e comprendere finalmente cosa li ha resi in quel modo e perché. La villa del generale e della sua famiglia diventa così una sorta di Overlook Hotel, in cui Alma è "Mr Greedy" che guida il "generale-Jack Torrence" verso la sua fine, conducendolo alla condanna finale con la dannazione della sua anima.
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