Regia di Piergiuseppe Zaia vedi scheda film
Una poltiglia nauseabonda di trash e di risate intrattenibili, fra scippi narrativi svergognati e battute a tutto cringe.
Come si suol dire, non sono questi i modi. Anche l'Italia ha diritto ad avere un suo cinema fantasy e fantascientifico, ci mancherebbe. Ma non a scapito delle minime regole di buonsenso e di buongusto. A sentire la tonitruante pubblicizzazione, doveva essere un film epocale (anche rinviato causa COVID), ma è solo una poltiglia nauseabonda di trash e di risate intrattenibili, fra scippi narrativi svergognati – specie dal Marvel Cinematic Universe (l'incipit plagiato a Guardiani della Galassia, la lotta fra l'imperfezione della razza umana e la perfezione divina da Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame), ma anche da Men In Black, Blade Runner e chi più ne ha più ne metta – e battute a tutto cringe, interpreti adolescenti più cani che mai (tra cui lo youtuber nordico PelleK) e divi stagionati a buon mercato (un redivivo William Shatner con un pizzetto chilometrico alla cinese, un bollitissimo Gérard Depardieu con vestaglia da santone) messi in scena da tal Piergiuseppe Zaia (autore del copione con l'attrice Eleonora Fani) in maniera agghiacciante, location artistiche nostrane sfruttate in maniera indecorosa (ma che diamine ci azzecca la battaglia delle arance di Ivrea in un kolossal di genere fantastico? Per non parlare del Leone di San Marco a Venezia che si anima in digitale...) ed effettoni computerizzati invasivi e buttati là. A dare la tranvata decisiva è l'insopportabile seriosità del tono, nonché un montaggio deficiente e sconclusionato e una tracotanza registica ingiustificata (Zaia compare in cameo nei panni di Gesù Cristo che muore in croce!). Immerso in tutto questo, il comune spettatore si ritrova a non capirci più una mazza nel giro di un minuto (letteralmente, perché la storyline è talmente confusionaria e zeppa di informazioni che risulta impossibile da seguire) e a voler tornare a casa a vedersi Netflix. Già basterebbe l'appiccicoso e detestabile complottismo di fondo (suggellato dall'apparizione di Mauro Biglino, noto sostenitore della teoria degli antichi astronauti e massone dichiarato) a stendere chiunque, ma la vera pugnalata è il cliffhanger finale, che tronca tutto a metà per dare l'appuntamento a ipotetici sequel futuri (che si spera non vengano mai realizzati). Non rimane che rimpiangere Nirvana e L'arrivo di Wang.
Pomposissimo accompagnamento sonoro dello stesso Zaia, "arricchito" dalla voce d'usignolo del kazako Dimash Kudaibergen.
Voto: 2 — Film INDECENTE
VISTO al CINEMA
Creators: The Past (2019): William Shatner
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Ormai queste produzioni italiane si riconoscono al volo.
Promettono nuove avventure affrontando generi che il nostro cinema di punta non tratta, chiamano alle armi attori internazionali che non si fila più nessuno o/e che si vendono per pochi euro, sono accompagnate da recensioni entusiastiche di utenti con profili creati apposta e, per finire, sono puntualmente demolite dal primo cinefilo che decide di scriverci un pezzo.
:D
Al momento, li ho accuratamente evitati tutti ma, prima o poi, dovrò provare questo tipo di esperienza!
:)
Io invece un'esperienza del genere sarei lieto di sconsigliartela (a te ma a chiunque, cinefilo e non), perché purtroppo non c'è nemmeno la scusante del guilty pleasure: è monnezza pura e semplice, di cui (da italiani) non possiamo che vergognarci...
Comunque confermo ciò che dici riguardo ai profili fake, e pensa che ho scoperto che nel caso in questione si tratta pure di una setta di veri complottisti, che volevano utilizzare il film per diffondere il loro verbo sulla "verità" che i potenti del mondo ci stanno nascondendo riguardo agli alieni e alla vera natura della razza umana (basta guardare il canale YouTube della Fani, che fra l'altro è anche una negazionista del COVID)... Dunque in tal caso c'è anche l'aggravante ideologica, come se non bastasse il trash visivo...
Mi ha ricordato "The Broken Key", ed è tutto dire... XD
Grazie mille Daniele, e buona giornata! :-)
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