Regia di Martin Ritt vedi scheda film
Il cinico altruista
La storia di un bianco cresciuto tra i pellerossa che ritorna alla cosiddetta “civiltà” a seguito di una eredità. Apparso subito cinico ed egoista, darà in seguito lezioni di lealtà, altruismo e senso di giustizia. Il film ha inizio con una sequela di fotografie originali dell’epoca accompagnate da un linguaggio musicale simile a una nenia che sottolinea i dialoghi e i momenti salienti di tutta la narrazione. Splendida la scena iniziale in cui uno stallone nero conduce il branco ad abbeverarsi a una pozza d'acqua.
Significativa la scena dell’agguato al gruppo di inseguitori, dove il regista fa emergere l’aspetto umano e psicologico di due personaggi completamente diversi tra loro: uno, guerriero da sempre, affronta l’attesa con freddezza, senza batter ciglio; l’altro, semplice conducente di diligenze, vive l’attesa con angoscia.
Non c'è spettacolarizzazione e le azioni sono ridotte al minimo. Affascina la storia in sé, per la caratterizzazione forte dei personaggi, per il tema della giustizia e per i dialoghi intensi. Tributo a Martin Ritt che ha saputo con maestria, estrapolare tutto questo dal romanzo “Hombre” di Elmore Leonard, trasformandolo in un capolavoro filmico. Recitazione stellare di un Newman già all’apice del successo.
Premierei la fotografia, la scenografia, i dialoghi, la colonna sonora, la regia e il migliore attore protagonista.
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