Regia di Martin Ritt vedi scheda film
In una diligenza guidata da un conducente messicano viaggiano sette passeggeri: un funzionario disonesto e la giovane moglie, due sposini già in piena crisi coniugale, una donna sola e forte, un mezzosangue e un tipaccio che ha tolto il posto a un soldato con la prepotenza. Quasi una rivisitazione di Ombre rosse, ideologicamente aggiornata agli anni ’60 (gli indiani non sono più una minaccia, ma le vittime dell’avidità dei bianchi) e con un tocco crepuscolare (il servizio di diligenze sta per essere sostituito dal treno, e quella è probabilmente l’ultima corsa): nella variegata umanità messa insieme dal caso e posta di fronte a un pericolo il personaggio decisivo diventerà proprio quello che i benpensanti avevano emarginato. Grande Paul Newman, ammazzasette impassibile e scostante; umanissima Diane Cilento, disincantata ma con un cuore ancora sensibile: due personaggi induriti dalla vita, che avrebbero potuto riconoscersi simili e uscire di scena come John Wayne e Claire Trevor, se la sceneggiatura non avesse preso un’altra direzione.
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