Regia di Steno, Mauro Bolognini, Pier Paolo Pasolini, Mario Monicelli, Pino Zac, F. Rossi vedi scheda film
Monicelli regala al film uno spunto (non particolarmente incisivo) di pochi secondi, neppure minuti, pertanto ingiudicabile. Steno affida un ruolo sarcastico e un po' grossolano a Totò, che comunque non delude. Divertente la serie di travestimenti. Bolognini (1) ironizza sulla violenza del traffico odierno. Episodio brevissimo. Pasolini mette in scena l'ultimo bel ruolo di Totò (rispetto al quale il film uscì postumo), Marionetta stralunata dal volto verde, affiancato da Davoli, Franchi, Ingrassia e Modugno. Zac, fra cartoni animati e immagini reali, fa il verso a James Bond e all'autoproclamata grandezza dell'impero coloniale britannico con uno sketch di pochi minuti. Bolognini (2) propone una classica scenetta ironico-sentimentale all'italiana, fra gelosie, litigi e minacce di suicidio per amore. Cosa tenga insieme questi episodi, a parte il fatto che siano stati inseriti nello stesso film, francamente sfugge. Non si tratta nemmeno di un episodio memorabile della commedia ad episodi tipica di quegli anni.
Sei episodi. Monicelli: una baby sitter vieta i fumetti ai due bambini che accudisce e racconta loro una storia horror che li fa piangere. Steno: Totò odia i capelloni della beat generation e va in giro a raderli. Bolognini (1): la moglie fomenta il marito al volante nel traffico, finchè esasperato l'uomo scaglia una chiave inglese in testa ad un altro conducente. Pasolini: una rappresentazione dell'Otello fatta con marionette umane finisce nella monnezza. Pino Zac: una missione diplomatica inglese in terra africana ottiene un esito disastroso. Bolognini (2): il tiraemolla fra litigi e riappacificazioni di una moglie gelosa ed un marito paziente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta