Regia di Milos Forman vedi scheda film
Gli esordi della carriera cinematografica di Forman gettano uno sguardo 'leggero', ma non del tutto acritico, sulla contemporanea società cecoslovacca. Anche in questo Concorso, nel quale il regista ancora non ha in mente un protagonista preciso (come nei successivi L'asso di picche e Gli amori di una bionda) e una storia dallo svolgimento classico, limitandosi invece all'osservazione di due ambienti e situazioni particolari, le prove di un'orchestra di paese e i provini di un concorso canoro, nei quali prevalgono il via vai, la confusione (tutto alimentato dal montaggio abbastanza serrato), la fretta, l'incomprensione. La macchina da presa di Forman si sofferma con curiosità sui volti, cercando l'umanità dei vari personaggi e gettando in pasto al pubblico, in maniera spietata, i tic e i vezzi dei suoi conterranei; ad esempio quando monta in rapida sequenza una manciata di ragazze che si esibiscono cantando: sintomaticamente tutte esibiscono un pressochè identico taglio di capelli. Scritto dal regista con Ivan Passer e interpretato da attori di poca o nessuna fama, in un bianco e nero dall'effetto nostalgico, ma probabilmente dovuto piuttosto a esigenze economiche, Concorso è una breve (neppure ottanta minuti di durata) carrellata di stereotipi sociali da cui Forman si vedeva allora circondato; sebbene ancora lontano dal trasferimento in terra statunitense (per il quale occorrerà la primavera di Praga, del 1968), il regista ha già trovato una sua dimensione su cui lavorare. 5,5/10.
Prove e provini: le prime sono quelle di un'orchestra di paese, i secondi coinvolgono giovani talenti vocali femminili.
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