Il cadavere di una prostituta viene trovato sulle rive del Tevere. La polizia interroga i vari indiziati, o anche soltanto testimoni del delitto, che compongono un campionario di piccola umanità spesso ai bordi della legge. Accusati dell'omicidio da un vagabondo due ragazzini scappano. Uno dei due, durante la fuga, muore annegato.
Note
A prima vista sembra un film di Pier Paolo Pasolini girato con lo pseudonimo di Bernardo Bertolucci. Poi si scopre che Pasolini è solo lo sceneggiatore. È comunque un gran bell'esordio. La "commare secca" del titolo è la Morte, così come la chiama Gioacchino Belli in un sonetto.
Interessante quadro dell'inciviltà umana, nonostante lo sfondo sia quello modernista di fine anni '50 e primi '60. Moderni cavalcavia e argini che non hanno più nulla di naturale, fanno da sfondo alla triste esistenza di alcuni derelitti ai margini della società. Esperimento curioso, ma talvolta tedioso. 6,5
Una storia violenta ambientata fra i reietti del proletariato romano: insomma molto più Pasolini che Bertolucci, e non lo considero (necessariamente) un complimento. Il regista parmense è ancora alla ricerca di una sua cifra stilistica.
Un buon esordio per Bertolucci, girato alla precoce età di soli ventuno anni. Basato su un soggetto di Pasolini, è un'opera chiaramente influenzata dai primi film del poeta friulano, soprattutto "Accattone" a cui Bertolucci lavoro' come assistente alla regia, anche se alcuni critici sostengono che il film sarebbe poco pasoliniano nello stile. Le etichette non sono così… leggi tutto
Una sorta di Rashomon delle borgate romane, meno filosofico e (almeno nelle intenzioni) più sociologico. Un film pulito e compatto (soprattutto considerando che si tratta dell'opera prima di un regista ventunenne), che però non ha né lo struggente lirismo di Accattone e Mamma Roma nè la potente energicità de La notte brava, e neanche la carnale leggerezza… leggi tutto
Sulla riva del Tevere nella periferia romana, una prostituta viene trovata morta. Il commissario che indaga sul caso sospetta di un gruppo di balordi che vivono di espedienti con piccoli furti e scippi. Ma il vero colpevole è un altro. L'esordio dietro la macchina da presa di Bernardo Bertolucci, a soli 21 anni, è a tutti gli effetti un film di Pasolini, autore del soggetto (e… leggi tutto
Sulla riva del Tevere nella periferia romana, una prostituta viene trovata morta. Il commissario che indaga sul caso sospetta di un gruppo di balordi che vivono di espedienti con piccoli furti e scippi. Ma il vero colpevole è un altro. L'esordio dietro la macchina da presa di Bernardo Bertolucci, a soli 21 anni, è a tutti gli effetti un film di Pasolini, autore del soggetto (e…
Sulle rive del Tevere, una prostituta viene trovata morta. Al commissariato di Polizia, sfilano “i soliti noti”, e non solo, per essere interrogati alla ricerca di informazioni. Nessuno racconta quello che ha fatto veramente il giorno precedente.
Esordio alla regia per Bernardo Bertolucci, che mette in scena un film che sembra di Pasolini, in effetti sceneggiatore del lavoro. Al…
Una sorta di Rashomon delle borgate romane, meno filosofico e (almeno nelle intenzioni) più sociologico. Un film pulito e compatto (soprattutto considerando che si tratta dell'opera prima di un regista ventunenne), che però non ha né lo struggente lirismo di Accattone e Mamma Roma nè la potente energicità de La notte brava, e neanche la carnale leggerezza…
.I. La Formicolante (frammentata, frammentaria) Realtà. “Un cineasta (Antonioni) mi ha interpellato per un film: ma dei cinematografari poco mi fido.” - C.E.G. Per principiare, citiam…
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Un buon esordio per Bertolucci, girato alla precoce età di soli ventuno anni. Basato su un soggetto di Pasolini, è un'opera chiaramente influenzata dai primi film del poeta friulano, soprattutto "Accattone" a cui Bertolucci lavoro' come assistente alla regia, anche se alcuni critici sostengono che il film sarebbe poco pasoliniano nello stile. Le etichette non sono così…
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Commenti (4) vedi tutti
Interessante quadro dell'inciviltà umana, nonostante lo sfondo sia quello modernista di fine anni '50 e primi '60. Moderni cavalcavia e argini che non hanno più nulla di naturale, fanno da sfondo alla triste esistenza di alcuni derelitti ai margini della società. Esperimento curioso, ma talvolta tedioso. 6,5
commento di BradyInteressante l'ambiente esterno,la storia com'è raccontata e i protagonisti non mi sono piaciuti…
commento di wang yuSi sente molto la mano di Pasolini in questo esordio di Bertolucci.Interessante
commento di antonio de curtisUna storia violenta ambientata fra i reietti del proletariato romano: insomma molto più Pasolini che Bertolucci, e non lo considero (necessariamente) un complimento. Il regista parmense è ancora alla ricerca di una sua cifra stilistica.
commento di jonas